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Marina la leader in pectore pure Ferrara si inginocchia ma le amazzoni stiano attente

Marina Berlusconi

Eliana Giusto
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Tutti in ginocchio da Marina Berlusconi. Lei è l'erede di Silvio, la "zarina", l'unica in grado di guidare il Pdl. Anche Giuliano Ferrara, oggi sul Foglio, si inchina alla "Cavaliera". Ora che "lo cacciano dal Senato e poi lo restringono nella libertà personale e gli confermano la sospirata ineleggibilità", c'è "Marina. Il marchio di fabbrica". La donna "minuta e tosta. Il rinnovamento anagrafico come salto di generazione, letteralmente". Marina è "il simbolo della continuità", scrive ancora Ferrara, simbolo della "devozione filiale", la donna che "guida un impero e può rinnovare i fasti del conflitto di interessi, cioè la libertà di un imprenditore di fare politica nel paese dei borghesucci evirati e castigati". Insomma, conclude Ferrara, "prima o poi si rivota" e sul terreno della sovranità democratica Berlusconi ha sempre dato il meglio di sè. La sua versione femminile, la fragilità d'acciaio dell'improvvisazione alla 1994, tutto questo è una garanzia che il prigioniero libero possa in futuro ancora aiutarci, sulla scia di fenomini della democrazia moderna noti come i Kennedy, i Clinton, i Bush, a non diventare prigionieri anche noi. Dopo l'unzione democratica ecco la dinastia democratica. Ecco la Cavaliera". Vota il sondaggio di Liberoquotidiano.it "Secondo voi le donne del Pdl devono temere la discesa in campo di Marina? E stiano attente le stesse amazzoni che in questi giorni hanno tanto elogiato e auspicato la discesa in campo di Marina. Perché la primogenita di Marina non è una figlia di papà. E' una donna "solo all'apparenza fragile ma con una volontà di ferro", dice Berlusconi. Una che non si è mai laureata ma i suoi meriti li ha guadagnati sul campo, lavorando notte e giorno. Una che se dovesse diventare leader del Pdl, con il suo piglio da generale, "rivoluzionerebbe il partito. Comprese "le regole di reclutamento". 

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