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Passera è in campo: "Letta non fa nulla"

Corrado Passera

Critiche su Iva, lavoro e imprese: "Dal governo solo misure di corto respiro, sono deluso. Io in politica? Per ora è presto"

Giulio Bucchi
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All'attacco di Letta su tasse, impresa e lavoro. Cosa voglia fare di preciso non si sa, ma il profilo scelto ieri da Corrado Passera non è certo incompatibile con lo scenario di impegno politico ipotizzato ieri da Libero. «Il governo ha solo posticipato decisioni importanti», ha detto l'ex ministro del governo Monti ieri mattina, infatti, prima di arrivare in fiera, in un'intervista al sito ilsussidiario.net che di lì a poco lo stesso Passera ha rilanciato dal suo account Twitter, inattivo da oltre due mesi.  L'ex ad di Intesa, ospite di vecchia data del Meeting, ha fatto una disamina piuttosto cruda della politica (poi ribadita nell'incontro serale che lo vedeva protagonista), senza risparmiare critiche al governo in carica. «L'iniziativa politica», ha detto al Sussidiario, mi sembra piuttosto “mortifera”, di non azione rispetto ai problemi del Paese». E poi: «Al di là della buona volontà del presidente del Consiglio, ci troviamo di fronte a un governo che finora ha solo posticipato decisioni importanti o è rimasto bloccato a causa dei veti contrapposti della propria maggioranza». A domanda diretta sull'impegno politico, che gli è stata fatta più volte nei colloqui che Passera ha concesso nel pomeriggio trascorso tra gli stand, l'ex ministro ha offerto il solito riserbo misterioso: «Ho dei progetti in testa, ma è presto per parlarne».  Il tempo, in effetti, rischia di essere la variabile chiave. Passera ha ribadito di voler rispettare i 12 mesi di stop imposti dalla legge agli ex ministri: scadenza che lo rimetterebbe in pista per una serie di posti chiave nelle grandi partecipate, ma periodo che ritiene necessario anche per preparare una vera discesa nel terreno della politica. Per questo il precipitare di una crisi e un eventuale ricorso al voto anticipato rischierebbe di ribaltare per la seconda volta i progetti (comunque non definiti) dell'ex ministro allo Sviluppo economico. Sia per ragioni puramente organizzative, sia - soprattutto - perché le urne in autunno permetterebbero a Berlusconi di fare da mattatore (in quali condizioni è tutto da vedere), mentre a partire dal 2014 è molto più complesso immaginare per il Cavaliere un ruolo da front-runner. E qui le speculazioni escono rafforzate dalla giornata di ieri, che Passera ha trascorso visitando due mostre del Meeting (quella sull'Europa e quella dedicata a una comunità educativa). I temi sui quali l'ex ad di Intesa ha voluto segnalare le sue critiche al governo Letta non sono certo casuali, e sono tutte marcate su un'attenzione al tessuto produttivo. Quello che una volta si sarebbe chiamato il blocco sociale moderato. «I nostri imprenditori hanno tanti sassi nello zaino. Basti pensare agli alti costi della burocrazia, del credito, a una fiscalità che non premia tanto il lavoro  e il rischio d'impresa quanto le rendite; alle rigidità di talune norme sul lavoro». Arriva pure una frecciata a Marchionne: «Questa continua ricerca di scuse e motivazioni per lasciare l'Italia la trovo insopportabile e veramente ingenerosa per un gruppo come Fiat che dall'Italia ha avuto molto».  Certo, Passera ha fatto il ministro ed è uomo «di sistema», dunque gli si può chiedere conto della sua attività di governo e non solo (che nelle interviste e nell'intervento serale di ieri ha rivendicato). Ma anche l'affondo che ha scelto di fare in un colloquio con l'Huffington Post è politicamente interessante perché molto nel merito: «Ci si occupa di cose piccole, di breve respiro, o delle vicende personali dei singoli, per non parlare dei ricatti continui. Sarei particolarmente soddisfatto se si potesse scongiurare l'aumento dell'Iva: si tratta di cifre che possono essere trovate». Più tardi, nell'incontro moderato da Bernhard Scholz (Cdo) con Aldo Bonomi, Raffaele Bonanni, Graziano Delrio e Domenico Lombardi, ha criticato di nuovo il governo: «Da troppo tempo non fa nulla. Essendo politico dovrebbe agire, invece per ora sta deludendo».  Alla fine dell'incontro, e prima di una cena riservata con i vertici del Meeting, Bonanni si sfoga: «Avete mai sentito un politico che si è battuto per abbassare il costo dell'energia elettrica?». Passera è nei pressi, si intromette: «Sì, io». E il segretario Cisl: «Ma tu non sei un politico!». Chi ha ascoltato la successiva risata di Passera, ha avvertito un tono di imbarazzo. Sul futuro resta il mistero. Dovesse fare campagna elettorale, ieri è sembrato avere argomenti pronti. di Martino Cervo

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