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Letta si prepara al crac, pensa alle dimissioniO fa il bis o le primarie

Enrico Letta visto da Benny

D'Alema: se cade il governo cercare altre maggioranze per la riforma elettorale

Lucia Esposito
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  E Letta? Come ha reagito alle decisioni uscite dal vertice di Arcore che mettono seriamente a rischio il suo governo? Ufficialmente come sempre, senza grandi reazioni. La linea resta la stessa così come emerge dai canali ufficiali: “Il Presidente non è pessimista, pensa che si troverà una soluzione”. In realtà Enrico Letta è preoccupato. Dopo la telefonata breve (e gelida con il suo vice Angelino Alfano) il premier è apparso molto preoccupato e, tra i suoi fedelissimi, c'è chi dice che starebbe addirittura pensando alle dimissioni. “Così ci porta al disastro. Se rompe è lui che decide e che provoca il collasso”.    Bis o primarie Letta comunque si sta preparando al peggio in una partita che somiglia sempre più al gioco del cerino con Berlusconi che lo consegna a Palazzo Chigi e lui che cerca di rimetterlo nelle mani del Cav. Per questo prende in considerazione anche le dimissioni prima che il Pdl stacchi la spina in modo da non consegnare al Pdl il cavallo di battaglia elettorale delle tasse. Letta ha però in  mano venti carte. E nella testa la possibilità di un secondo mandato che certamente Giorgio Napolitano (che non pensa minimamente a uno scioglimento anticipato delle Camere) gli affiderebbe. Gli bastano venti voti al Senato per fare il ribaltone e formare una maggioranza con i Cinque Stelle più i trasfughi del Pdl. Ha una dozzina di poltrone da sottosegretario da offrire e cinque ministeri…Alla Camera invece il Pd con Scelta Civica e pochi altri ha già i numeri a posto. E pare proprio che nel vertice di Arcore Alfano abbia prospettato ai suoi colleghi di partito proprio questo scenario parlando delle “venti carte che Letta ha in mano”.Oltre al bis c'è l'ipotesi delle elezioni anticipate da farsi tra febbraio e marzo in questo caso Enrico si candiderebbe alle primarie del Pd e non si tirerebbe indietro. Anzi. Può già contare sul sostegno di Guglielmo Epifani e di Pier Luigi Bersani che vogliono fermare l'avanzati di Renzi. Ma quello dello scontro interno al Pd è un altro capitolo.   

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