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Roubini: "Berlusconi sta rompendo il patto di Napolitano e Merkel"

L'economista americano: "C'era un'intesa per non creare sconvolgimenti politici prima delle elezioni tedesche. Se cade Letta, spread a 300 in pochi giorni"

Giulio Bucchi
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Le future mosse di Silvio Berlusconi rischiano di mandare gambe all'aria non solo i conti di Mediaset (un'avvisaglia già la si sta avendo a Piazza Affari), ma anche quelli dell'Italia. E provocare un terremoto politico in Europa. Parola del profeta della finanza internazionale, l'economista americano Nouriel Roubini. In un'intervista a Repubblica, il guru che previde prima di tutti il collasso dei mutui subprime e la successiva crisi mondiale si lascia andare a giudizi catastrofici sulla possibile rottura tra Cavaliere e premier Enrico Letta: "Se non si trova una soluzione, lo spread (oggi, lunedì 26 agosto, intorno ai 250, ndr) risalirà entro pochissimi giorni a quota 300, il buon momento del mercato azionario italiano si interromperà, i titoli bancari saranno particolarmente penalizzati e i costi del credito torneranno ancora una volta a salire. Quanto più le elezioni sono prossime, tanto maggiore è il danno per i Btp". Roubini poi svela il "patto non ufficiale" sottostricco tra Italia e leader europei, Angela Merkel in testa: "Si sta rompendo a causa di Berlusconi il gentlemen agreement che doveva evitare qualsiasi sconvolgimento politico prima delle elezioni tedesche. Viviamo in una fase di volatilità controllata. Ma se la situazione si avvita, come ormai sembra tutt'altro che impossibile, le conseguenze potrebbero essere molto pesanti per l'Italia". Se Roubini guarda con diffidenza alle strategie del leader del Pdl, è viceversa positivo riguardo l'operato del premier: "Enrico Letta, una persona seria e rispettata da tutti sul piano internazionale, sta con il suo governo facendo molte cose buone". Come nel novembre 2011 e, in maniera simile, nell'aprile di quest'anno, non resta che sperare, suggerisce l'economista cresciuto in Italia fino ai 25 anni, nell'intervento del Quirinale. "Vedremo se Napolitano riuscirà ad evitare le elezioni prima della Finanziaria. Il nostro scenario più probabile è che si voti all'inizio del 2014 ma non escludiamo un'accelerazione. I mercati stanno facendo un ragionamento simile".

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