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Decadenza, il Pdl allunga i tempi per salvare Berlusconi: il voto ad ottobre

Silvio Berlusconi

Decadenza, l'obiettivo del Pdl è allungare i tempi. La discussione sarà lunga. Casson si rassegna: "Valuteremo tutto"

Ignazio Stagno
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Allungare i tempi. E' questa la parola d'ordine nelle stanze del Pdl. Il voto finale della Giunta per le elezioni deve essere rimandato almeno ad ottobre. Così gli azzurri sono a lavoro per evitare che Dario Stefano, presidente della Giunta, acceleri i tempi per far fuori Silvio da palazzo Madama. Secondo il calendario dei lavori, già lunedì 9 settembre i 23 componenti della giunta dopo aver ascoltato la difesa del Cav e la relazione di Andrea Augello dovrebbero pronunciarsi sulla calendarizzazione del voto e soprattutto dovrebbero dare una risposta sulla legge Severino.  La strategia - Il quesito a cui rispondere è chiaro: il Cav deve lasciare il seggio in base alla norma voluta dal governo Monti oppure no perché incostituzionale e non retroattiva? Bene, la risposta non arriverà lunedì perché il relatore - anche sulla base dei 6 pareri pro veritate depositati dai giuristi mobilitati da Berlusconi - ha già predisposto alcune questioni pregiudiziali (accolte dal Pdl e, tutto sommato, non ancora respinte al mittente dal Pd) che avrebbero come orizzonte tattico quello di sollevare un interpello davanti alla Corte di giustizia dell'Unione Europea del Lussemburgo per poi arrivare almeno al 15 ottobre prima di aprire formalmente la procedura di contestazione (inevitabile) contro Berlusconi. Che, solo a quel punto, verrebbe chiamato a difendersi in udienza pubblica in giunta al Senato. Insomma i tempi si allungano. Tutto slitta ad ottobre. La "manina" - E a dare una mano agli azzurri e al Cav potrebbe essere la stessa Giunta. L'organo istituzionale ha una funzione giurisdizionale quindi può sollevare un ricorso davanti alla Consulta o alla Corte di giustizia europea del Lussemburgo per sostenere che tra i soggetti contemplati dalla legge Cancellieri-Severino ai fini della decadenza di diritto (assessori, sindaci, consiglieri, ecc) vanno esclusi i parlamentari che sono tutelati dall'articolo 66 della Costituzione. Poi sempre la Giunta potrebbe chiedere un parere sulla retroattività della Monti-Severino come sostiene Giacomo Calinedo del Pdl.   Il "catenaccio" - La tattica del "catenaccio" potrebbe funzionare e anche il Pd sembra non voglia rovinare i piani del Pdl. "Questi argomenti li conosciamo, li abbiamo già studiati e non mi sembrano una grande novità.  Se Augello è capace di tirare fuori un coniglio dal cilindro vuol dire che studieremo anche il coniglio", spiega Felice Casson al Corriere. Sulla stessa linea è la dem Rosanna Filippin: "Il regolamento è chiaro. Venti minuti a testa fanno 440 minuti in tutto per cui è impensabile che si possa arrivare ad un voto già lunedì. Ci vorrà tempo. Le questioni pregiudiziali le ascolteremo con grande attenzione, ma la discussione generale è una sola e, alla fine, si vota". Probabilmente l'atto finale sarà ad ottobre. E' quello il mese chiave per capire il futuro di Letta, del Cav e di Napolitano... (I.S.)

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