Silvio Berlusconi, la lettera segreta a Meloni e Salvini. Retroscena clamoroso, la decisione drastica del Cav
Sono due le condizioni minime che il Cavaliere pone al resto del centrodestra. Ha accettato il veto su Angelino Alfano, ritiene legittimo che Fratelli d' Italia e Lega Nord abbiano proposto un loro candidato, Nello Musumeci, ma ogni «o così o niente», ciascun tentativo di «sopraffare» Forza Italia è considerato «irricevibile» e sarà «respinto». Ecco perché Silvio Berlusconi, che pure non ama alimentare queste diatribe e darne pubblicità, ieri ha preso carta e penna. Prima di partire per Merano e godersi gli ultimi scampoli di vacanza estiva, ha voluto lanciare un nuovo - ed ultimo - appello all' unità del centrodestra, rivendicando però il ruolo suo e del suo partito. Il contesto è quello del dibattito per individuare il candidato "giusto" per la Sicilia, dove si voterà ad ottobre. I sovranisti puntano sull' ex An, mentre l' ex premier gli preferirebbe Gaetano Armao, leader del movimento "Siciliani indignati". «In Sicilia occorre che tutti dimostrino di tenere all' unità del Centro-destra», scrive, tirando fuori dalla naftalina il vecchio "trattino" tra le parole "centro" e "destra". «È necessario che tutti dimostrino di volere un candidato che sia in grado non solo di vincere, ma di assicurare un buon governo alla Regione per i prossimi cinque anni», aggiunge. Fin qui tutto bene, così come nella parte successiva dello scritto, nella quale segnala che «il senso delle elezioni regionali non è quello di essere una prova generale in vista del confronto nazionale, ma di presentare una proposta seria per i siciliani». La vera ragione per cui Berlusconi ha scritto la nota è il "richiamo", nemmeno troppo nascosto, ai due (futuri?) alleati, che stanno giocando da soli questa partita. «La responsabilità non riguarda solo Forza Italia, che in Sicilia è di gran lunga il maggior partito del Centro-destra, e che ha fatto e sta facendo ogni sforzo per individuare una soluzione condivisa, qualificata, autorevole, inclusiva», scrive. Tocca anche agli altri alleati, dunque, farsi carico di inseguire l' unità. Tantopiù che loro, come rimarca l' ex premier, prendono molti meno voti di Forza Italia, specie nell' Isola. L' appello prosegue tracciando un identikit che sembrerebbe quello del professore universitario che il Cavaliere ha ricevuto a casa sua, ad Arcore, due settimane fa, scortato da Gianfranco Micciche': «Serve una candidatura in grado di parlare ai tanti delusi della politica, per la gran parte elettori moderati, ai quali dobbiamo ridare fiducia e una forte motivazione per tornare a votare. Solo così si batterà il Pd e anche la demagogia irresponsabile e incapace dei Cinque Stelle». Armao, che è stato assessore della giunta regionale di Raffaele Lombardo, avrebbe avuto il via libera di Totò Cuffaro, comincerà sabato a girare l' Isola per presentare il suo "Manifesto per il futuro della Sicilia", ma non è molto amato dai centristi in genere. Berlusconi è convinto che quello giusto sia lui ed è disposto, per dare una mano, a trasferirsi qualche settimana a Palermo, comprando una casa, girando per le città e i paesi come ai vecchi tempi. Ma prima serve il via libera di Lega e, soprattutto, di Fdi. «Sono certo che l' intero Centro-destra dimostrerà maturità politica e rispetto degli elettori che sono le condizioni indispensabili per governare la Sicilia e domani l' intera nazione e che su questa base sapremo trovare in spirito unitario la candidatura migliore», ha concluso. L' appello alla "maturità" rivolto ai due giovani leader Matteo Salvini e Giorgia Meloni, però, non sembra avere sbloccato la situazione. Musumeci resta in corsa, Armao ci entrerà a breve, ma ciascuno va per la sua strada. Stefania Prestigiacomo non intende risolvere la situazione candidandosi in prima persona e sull' altro profilo, quello dell' eurodeputato Salvo Pogliese, ci sarebbero forti resistenze. E pensare che è proprio Miccichè ad avere rivelato ieri un dettaglio finora inedito. «Angelino Alfano si era detto disponibile anche a presentare una lista civica, ma non c' è stato verso», ha spiegato. I veti hanno fermato tutto, la vittoria si allontana così come il vertice tra segretari chiesto dall' ex premier, che non è nemmeno stato messo in agenda dagli altri due. di Paolo Emilio Russo