Sondaggio Ipsos, dopo la Sicilia il Pd cala ancora. Crescono M5S e centrodestra
Che quello delle elezioni in Sicilia non sia solo un risultato locale ma un test nazionale è quello che pensano anche gli italiani (oltre il 50 per cento) tanto che gli elettori di centrodestra, scrive Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera dove è pubblicato l'ultimo sondaggio Ipsos, "galvanizzati dall'esito vincente, sono ancor più convinti della valenza nazionale del voto siciliano". Dalla ricerca emerge che "il 50% ritiene che Matteo Renzi ne esca indebolito e non possa più essere il candidato premier del Pd mentre per il 32% il segretario non ha responsabilità e rimane il principale riferimento alle prossime elezioni". Più severi nei confronti del segretario Pd sono gli elettori dei partiti avversari. "Il 52% è convinto che il centrodestra è unito solamente in campagna elettorale ma è destinato a dividersi sui programmi di governo nazionale, mentre il 30% prevede che sarà in grado di portare avanti un comune programma di governo; anche in questo caso le opinioni dei diversi elettorati divergono nettamente: fiduciosi gli elettori di centrodestra, scettici gli altri", continua Pagnocelli."Il 51% pensa che il M5S non sia in grado di vincere e difficilmente potrebbe governare a livello nazionale, mentre il 33% considera il risultato siciliano un voto regionale che non preclude il successo alle politiche". Pr quanto riguarda le intenzioni di voto, non aumentano i consensi per "il centrodestra vincente (che ha nel complesso il 36,5%), con l'eccezione di Fratelli d'Italia che aumenta lievemente passando dal 4,5% al 5,1%. Per gli stessi motivi (l'indignazione per gli impresentabili), nonostante la sconfitta il M5S aumenta di quasi 2 punti (ha il 29,3%), e non sembra risentire delle polemiche sulla mancata partecipazione di Luigi Di Maio al confronto televisivo con Matteo Renzi. Il Pd limita i danni, attestandosi al 24,3%, in flessione di 1,2%". Insomma, a oggi, "il centrodestra (FI, Lega e FdI) conquisterebbe 253 seggi, di cui 114 nei collegi uninominali (quasi la metà); il M5S si attesterebbe a 173 seggi (di cui 63 uninominali), il centrosinistra (Pd e Ap, in attesa che la coalizione possa accogliere altri soggetti) a 164 seggi (di cui 54 collegi uninominali), e la sinistra a 23".