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Retroscena: "Una lista Prodi". La bomba in faccia al Pd: il partito che asfalta Renzi

Romano Prodi

Giovanni Ruggiero
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La missione di Piero Fassino, ai limiti dell'impossibile, è far scoppiare la pace tra il Pd renziano e tutti quei movimenti e partitini appena nati a sinistra. Da giorni sarebbero in corso incontri e trattative con l'ex sindaco di Torino e alcuni rappresentati di Campo progressista, il movimento di Giuliano Pisapia. A far da consigliere particolare per l'ex sindaco di Milano c'è il prodiano Franco Monaco, oggi alla Camera sotto le insegne del Pd. L'apertura dem a sinistra, dopo l'approvazione del Rosatellum che premia le coalizioni, è stata vista da sinistra come una mossa un po' tardiva, di sicuro la fiducia sulla disponibilità dei renziani a mettere in piedi un progetto serio è ai minimi storici. Il rischio per i piccoli movimenti come Campo progressista è di farsi sfruttare, portando voti utili al Pd, per poi essere scaricati sul più bello. Lo stesso Monaco mette in chiaro sul Corriere della sera: "Nei colloqui con Prodi, Pisapia e Fassino ho suggerito che la strada non sia quella di Biancaneve e i sette nani, cioè di un Pd circondato da cespugli artificialmente assortiti". Per non fare la fine del sorcio, l'idea dei prodiani è di "affiancare al PD una lista che dia corpo a un rassemblement pluralistico. Una sorta di nuovo Ulivo che sigli con il Pd un accordo politico, ma in un rapporto di competizione emulativo". Detto in soldoni, l'intenzione sarebbe quella di mettere in piedi una lista Prodi: "Distinta, che ponga agli elettorila seguente domanda: noi ci proponiamo di costruire ex novo il centrosinistra, chi fra noi e il Pd più vi convince nel perseguire l'obiettivo? Solo arricchendo e differenziando l'offerta del centrosinistra si può scongiurare una sconfitta già scritta". E la speranza dello stesso Prodi è che a questo mega-listone aderisca anche Mdp. 

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