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Mario Monti e Vincenzo Visco, il ritorno del partito delle tasse: l'ombra nera della patrimoniale

Giovanni Ruggiero
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Sono tanti i partiti politici spariti dalla scena italiana nel corso degli anni, tanti tranne uno tra i più potenti e longevi: il partito delle tasse. Anche se finora nessuno ha mai avuto il coraggio di proporsi agli elettori italiani con una formazione da incubo di questo genere, esiste in modo trasversale una corrente di pensiero che palpita nelle retrovie della politica nazionale. E chi rappresenta meglio questo partito fantasma se non l'ex ministro delle Finanze, Vincenzo "Dracula" Visco, e l'ex premier Mario Monti, ritrovatisi assieme per un dibattito sull'evasione fiscale in Italia durante Bookcity, a Milano. Nella memoria degli italiani è ancora vivo il ricordo di Visco, uno dei ministri che negli ultimi anni ha saputo succhiare fino all'ultima goccia di sangue dai contribuenti. Difficile dimenticarsi anche di Monti, che da presidente del Consiglio ha massacrato di imposte gli italiani, ad esempio con la reintroduzione della tassa sulla prima casa. Il partito delle tasse oggi fa ancora più paura che in passato, visto che la totale incertezza politica sul risultato delle prossime elezioni potrebbe consegnare agli amanti delle gabelle un peso politico di tutto rispetto. Mentre Monti è certo di ritrovarsi nel prossimo Senato, grazie all'incarico a vita ricevuto da Giorgio Napolitano, Visco rischia di tornare in Parlamento sotto le insegne di Mdp, dove la sua filosofia fiscale può trovare ampi consensi. Nel corso dei giorni già Laura Boldrini, candidato jolly per tutte le liste di sinistra, si era detta più che favorevole a una sorta di patrimoniale. E se Renzi, come ricorda Il Giornale, dovrà aver bisogno dei voti di Mdp, gli italiani potrebbero aspettarsi il ritorno dell'Imu e Tasi sulla prima casa, magari con una spruzzata di progressività, giusto per farla passare come una mossa più equa.

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