Vittorio Feltri: "Pietro Grasso ha un conto in sospeso col Pd, gli deve 80mila euro"
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ex magistrato di cui non conosciamo le opere, al termine della legislatura ha fondato un partito denominato "Liberi e uguali". Liberi da chi e uguali a chi? Mistero. Prima o poi sarà costretto a svelarlo. Attendiamo fiduciosi. Nel frattempo ci sia consentito fare un piccolo ragionamento. Questo signore siciliano si è occupato di mafia per anni con risultati che ci sfuggono. A un certo punto, stanco di indossare la toga, ha accettato di candidarsi quale senatore. E il Pd lo ha accolto entusiasticamente nelle proprie liste ed egli ha conquistato uno scranno a Palazzo Madama. Complimenti soprattutto al partito che lo ha sostenuto con successo. Grasso, non soddisfatto di aver sfondato in politica, ha giocato una carta decisiva, subito raccolta con soddisfazione da Bersani, allora segretario dem. Si è proposto quale presidente del Senato e tra lo stupore generale è stato votato dalla maggioranza. Fino a quel momento glorioso nessuno sapeva chi diavolo fosse Grasso: nel giro di una giornata, cioè all'improvviso, è diventato un big. Presidente di qua, presidente di là, costui è entrato inopinatamente nella cerchia di quelli che contano: interviste televisive e sulla carta stampata, elogi sperticati, complimenti vivissimi per le trasmissioni. Leggi anche: "Grasso ci devi pagare". L'ultima umiliazione del Pd Trascorrono gli anni e il popolazzo si abitua a vedere sul video l' immagine di Grasso e si convince che trattasi di personaggio davvero importante. Il guaio è che egli stesso si persuade di essere un divo, cosicché, lusingato dalle carezze e dalle blandizie della sinistra piddina, si stacca dal partito renziano che lo aveva issato sul trono senatoriale, e diventa leader di un nuovo movimento in contrasto con quello nelle cui file era stato eletto. Mi riferisco appunto a Liberi e uguali, spero non a lui. Il quale è padronissimo di mollare il Pd renziano, ci mancherebbe, ma per correttezza, prima di sbattere la porta e andarsene, farebbe bene a saldare le quote che non ha mai versato al partito di provenienza ossia 80 mila euro circa. Non è rassicurante il fatto che Grasso lasci un buco così quale eredità delle sue performance di presidente del Senato. Non sono i debiti che ci spaventano, bensì coloro che si guardano dal pagarli. di Vittorio Feltri