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Silvio Berlusconi, il tracollo del Pd di Matteo Renzi rischia di far saltare il piano B delle larghe intese

Andrea Tempestini
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Il tracollo del Pd è dirompente, sotto agli occhi di tutti e pare non arginabile: Matteo Renzi, nei sondaggi, è dato intorno al 23% e le prospettive, secondo gli esperti, sono quelle di una caduta fino al 20%, o peggio. Un disastro, assoluto. Un disastro che, paradossalmente, rischia di mettere nei guai anche Silvio Berlusconi. O quantomeno il "piano B" del Cavaliere. Si parte dal piano A, ovvio: strappare la maggioranza alle elezioni con una coalizione di centrodestra. Battendo il Pd, ma non umiliandolo. Il punto è che per il leader di Forza Italia, e non ne ha mai fatto mistero, il M5s è la vera minaccia. E un tracollo democratico alle urne, come ovvia conseguenze, consegnerebbe all'Italia un Parlamento sempre più grillino. Leggi anche: La vignetta di Vauro che fa godere Berlusconi Ed eccoci, al piano B. Come sottolinea il Corriere della Sera, se il centrodestra non riuscisse a spuntarla alle elezioni, per Berlusconi la migliore delle seconde opzioni sarebbe un nuovo governo di larghe intese, magari con Paolo Gentiloni ancora premier (e il Cav lo ha già detto, chiaro e tondo). Ma con un Pd così debole i numeri non ci sarebbero: il calcolo è presto fatto se si considera che il M5s potrebbe arrivare intorno al 30%, magari come primo partito nazionale. In questo scenario, dunque, maggioranze alternative non sarebbero possibili. Anche per queste ragioni, Berlusconi insiste per una campagna elettorale tutta contro il M5s: sono loro la vera minaccia per il Paese, il vero obiettivo contro cui cannoneggiare. E dunque, il profilo basso di Forza Italia sul caso Banca Etruria è dettato, parimenti, da una questione di opportunità politica. Al netto di tutto ciò, comunque, il Cav resta concentrato sul piano A. Sulla vittoria alle elezioni della sua coalizione. E lo ha ribadito al Tg1, dove si è detto "certo che dopo il voto il governo sarà nostro e sarà Forza Italia a indicare il premier". Ma se così non fosse, ad oggi e sondaggi alla mano, il piano B starebbe scricchiolando.

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