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Casta, i parlamentari italiani sono i più pagati d'Europa

Un professore spagnolo smentisce il ministro Giovannini: il confronto si può fare. E non è certo a nostro favore...

Giulio Bucchi
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Tagliare gli stipendi dei parlamentari. La sforbiciata alle unghie della casta era una delle misure solennemente annunciate dal governo Monti, insieme all'abolizione delle province e al taglio degli stipendi di magistrati e alti dirigenti della pubblica amministrazione, per dimostrare che anche il palazzo avrebbe fatto sacrifici. A disinnescare la minaccia alle province e ai papaveri di Stato ci aveva pensato la Consulta dichiarando illegittimi quei tagli, probabilmente scritti appositamente in modo da essere bocciati. Cane non morde cane. Ad evitare la sforbiciata delle indennità di onorevoli e senatori invece aveva  provveduto il Parlamento.  Il governo Berlusconi prima e Monti poi avevano insediato la commissione Giovannini, che aveva lo scopo di livellare le retribuzioni dei parlamentari «alla media ponderata rispetto al Pil dei trattamenti economici dei titolari di omologhe cariche nei sei principali Stati dell'area euro». In pratica la commissione doveva assegnare ai nostri politici uno stipendio pari a quello dei loro colleghi europei. Per fare un lavoro di precisione, al vertice della commissione venne nominato l'allora presidente dell'Istat Enrico Giovannini (attualmente ministro del Lavoro) e altri quattro «esperti di chiara fama». Dopo anni di lavoro le calcolatrici si sono bloccate e gli esperti si sono arresi: «L'eterogeneità delle situazioni riscontrate negli altri paesi e le difficoltà incontrate nella raccolta dei dati non hanno consentito alla Commissione di produrre i risultati attesi». In pratica Giovannini  ha gettato la spugna perché la normativa aveva così tanti paletti, cavilli ed eccezioni che rendevano praticamente impossibile il confronto con gli altri Paesi. E nemmeno la minaccia del taglio per decreto poteva funzionare, visto che, come aveva rivendicato il presidente della Camera Fini, la materia «indennità parlamentari» è una prerogativa delle Camere e quindi il governo non può intervenire. In pratica, mentre scagliava tasse sui contribuenti, il legislatore aveva caricato a salve i colpi sparati contro la casta parlamentare,  le province e i burocrati. Ora però il confronto tra gli stipendi dei politici europei è disponibile. Lo ha fatto un professore  dell'Università Carlos III di Madrid, Pablo Oñate, in un articolo dal titolo «I parlamentari spagnoli hanno i salari più bassi d'Europa» che visto dal nostro punto di vista diventa «I parlamentari italiani hanno i salari più alti d'Europa». Il docente spagnolo ha raccolto i dati già disponibili sui siti istituzionali sulle indennità dei membri dei parlamenti dei principali Paesi europei e ha scoperto che  è falsa la retorica sui Paesi meridionali spreconi e quelli settentrionali parsimoniosi:  Paesi del Nord come  Francia,  Germania,  Svezia e  Regno Unito hanno stipendi simili tra loro, ma molto più alti di quelli dell'Europa meridionale come  Spagna e  Portogallo. Ovviamente ogni buona regola ha la sua eccezione, che in questo caso non poteva non essere l'Italia: i nostri hanno gli stipendi più alti di tutti, settentrionali e meridionali, atlantici e mediterranei. I portoghesi prendono circa 3.200 euro al mese, gli spagnoli 3.600, gli inglesi 6.400, gli svedesi 6.700, i francesi 6.900, i tedeschi 7.700, gli italiani sono in testa con 11.700 euro, oltre 4mila euro di distacco sui secondi. Come facevano però notare i parlamentari italiani a Giovannini, l'indennità non è l'unica voce dello stipendio e per fare un confronto serio c'è bisogno di considerare anche altri benefit. Ma il primato dei nostri rappresentanti non è in discussione anche considerando diarie e altre spese, anzi  aumenta. I numeri però non possono essere letti in valore assoluto e vanno rapportati alla ricchezza di ogni nazione. E il confronto dimostra che le differenze tra Nord e Sud Europa si vanno riducendo, ogni Stato mostra livelli salariali dei parlamentari abbastanza simili, che vanno dall'1,96 sul Pil pro-capite degli spagnoli al 2,89 dei tedeschi. In pratica un parlamentare europeo prende da 2 a 3 volte il reddito medio nazionale. Ma pure in questo caso c'è un'eccezione, che ancora una volta è l'Italia: i nostri parlamentari percepiscono 5,5 volte il reddito pro-capite nazionale, oltre il doppio dei loro colleghi europei. Sicuramente il ministro Giovannini non ha responsabilità nel fallimento della Commissione che presiedeva, ha solo dovuto prendere atto di un compito impossibile. Ma ora che è uno dei principali membri del governo e non più un semplice consulente, può portare a compimento il lavoro che ha dovuto abbandonare. E non dovrà fare ulteriori approfondimenti o riunire altre commissioni, gli basterà fare una telefonata in Spagna, a Pablo Oñate. di Luciano Capone

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