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Vittorio Feltri: "Matteo e Silvio, lavorate assieme o sparirete nelle tenebre"

Matteo Legnani
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I lettori forse non ricordano il cosiddetto patto del Nazareno. Non era una soluzione politica meravigliosa, tuttavia consentiva di tirare avanti la baracca italiana all' insegna del compromesso: una bischerata di sinistra, una di destra ovvero un colpo alla botte e uno al cerchio. Niente di grave e niente di brillante. Però prometteva al Paese di campicchiare. Quell' accordo tra Renzi e Berlusconi, che dava vita all' opportunità di governare alla meno peggio, si ruppe nel modo più stupido e provocò un disastro totale. Il motivo della frizione esiziale riguardò la elezione del presidente della Repubblica. I due leader non trovarono un' intesa per il Colle. Matteo aveva scelto Mattarella, Silvio pretendeva un altro personaggio, Amato, un vecchio arnese. Scoppiò su questa scemenza una lite furibonda. Non si è mai capito perché Forza Italia rifiutasse l' ex democristiano, uomo grigio e silenzioso, l' ideale per sostituire Napolitano che, invece, era più ciarliero di una portinaia. I soci del Nazareno si irrigidirono e spezzarono l' alleanza dando luogo a un casino infernale che li ha ammazzati. Il Cavaliere ha perso pezzi notevoli del suo gruppo che si è ridotto a una specie di bocciofila ininfluente. L' ex sindaco di Firenze non è riuscito a imporre la propria linea, creando le premesse della catastrofe al referendum costituzionale. Cominciò il declino dei due partiti, poi clamorosamente battuti il 4 marzo. Ovvio. Silvio, dimezzata Forza Italia, non è stato in grado di risollevarsi, nonostante si sia consumato in una campagna elettorale lunga ed estenuante, ma sterile e ripetitiva. E Matteo, per quanto vitale, si è intorcinato schiantandosi contro i luoghi comuni frequentati da anni dalla sinistra lontana chilometri dal popolo. Il segretario ha finito per smarrire la sinderesi incaponendosi sulla esigenza di accogliere i clandestini e di concedere a chiunque lo ius soli, quasi fossero questi i temi a cuore della cittadinanza. Leggi anche: Matteo Renzi, il retroscena: così Mattarella lo ha fregato due volte Insomma i due signori che avevano in mano l' Italia, e l' hanno mollata nella melma per questioni di lana caprina, ora hanno solo una possibilità onde evitare la tomba: rimettersi a lavorare insieme per schivare la iattura dei pentastellati e allestire una maggioranza capace di esprimere un governo, non dico serio, che non è alla portata di nessuno qui da noi, ma almeno durevole e intento a soddisfare la gente anziché i fighetti progressisti di cui abbiamo le tasche piene. Caro Silvio e caro Matteo, o seguite i miei consigli del cacchio o sparirete nelle tenebre. Indubbiamente c' è un problema da superare: la ritrosia di Salvini davanti a ogni forma di pasticcio. Tuttavia si può tentare lo stesso di spianare la strada verso Palazzo Chigi. di Vittorio Feltri

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