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Luigi Di Maio, la svolta sulla politica estera: "Restiamo nell'Unione europea e nella Nato"

Giovanni Ruggiero
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Luigi Di Maio prosegue nella sua manovra a passo di gambero verso le consultazioni al Quirinale per la formazione del governo. Messo da parte il progetto di regalare un salario a tutti gli italiani disoccupati con il famigerato "reddito di cittadinanza", l'aspirante premier grillino è riuscito a fare retromarcia anche su altri cavalli di battaglia del Movimento Cinque Stelle sull'opposizione all'Europa e alla Nato. Leggi anche: Il documento che sbugiarda i grillini: reddito di cittadinanza? Tutta una menzogna Davanti ai giornalisti della stampa estera, Di Maio da un lato ha ammesso che "queste elezioni sono state uno schiaffo al vecchio modo di fare politica: è un segnale che va colto. Questo voto è stato un voto postideologico". Dall'altro però rivela la vera posizione dei grillini con Bruxelles: "Se dovessimo andare al governo, come spero, la nostra linea non è isolare l'Italia ma che sia un Paese che comunica il più possibile con il resto del mondo. L'Italia con noi resterà nell'Unione europea, con l'ambizione di cambiare le cose che non funzionano. Non credo - ha aggiunto - che ci sia da stravolgere la politica estera dell'Italia, ma farla valere di più. Mi chiedono se il mio primo viaggio da premier lo farei a Mosca o negli Usa, io dico Bruxelles". La solfa non cambia anche sulla Nato: "L'Italia resterà un Paese della Nato, cercando sempre di migliorare le cose. Penso a una conferenza di pace sulla Libia qui a Roma. Non c'è da stravolgere la politica estera, ma far valere di più l'Italia nel mondo e soprattutto a Bruxelles".

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