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Luigi Di Maio, la dura risposta a Matteo Salvini: "Io ho preso il 32%, il governo sia espressione della volontà del popolo"

Andrea Tempestini
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Un brusco stop. Una doccia gelida, per il leader grillino Luigi Di Maio, che in mattinata - e in buona sostanza - ha affermato: "O io premier o niente". A rispondergli, infatti, è Matteo Salvini, il quale da par suo ha già detto di non ambire alla premiership a tutti i costi: "Se Di Maio dice o io premier o niente non è il modo giusto per partire. Se Di Maio dice o io o nessuno sbaglia, perché a oggi è nessuno. Non puoi andare al governo dicendo o io o niente, altrimenti che discussione è?". Così il segretario della Lega nel corso della registrazione di Porta a Porta. Leggi anche: Tramonto Cav: i suoi "fedelissimi" che tifano Salvini Salvini ha poi aggiunto che la Lega "ha già fatto passi indietro" in modo di far partire il lavoro della Camere, "ma non è che possiamo fare passi indietro su passi indietro". Per Salvini, insomma, non ci sono alternative al governo: si riparte da un centrodestra unito, "io sono pronto, c'è una squadra pronta", ha ribadito. Se Di Maio dice fuori Forza Italia è arrivederci? "È chiaro, assolutamente sì", taglia corto. E con i Cinque Stelle? "Proporremo a M5s un'idea di Italia non di cinque mesi, ma di cinque anni- aggiunge -. Non pretendo di imporre il mio pacchetto, ma tutti devono ritenersi provvisori su questa terra". Da par suo, Salvini mostra di avere ben chiari in testa anche i tempi per il prossimo governo: "Siamo a fine marzo, spero che entro un mese qualcuno possa giurare al Quirinale". Dunque, fissa l'obiettivo: "Farò di tutto per far sì che gli italiani abbiano un governo serio il prima possibile. Spero che entro un mese si possa salire a giurare. Io al Viminale? Potrei occuparmi di immigrazione, sicurezza e ordine pubblico? Qualche idea a ce l'ho". E se come si dice da più parti il premier fosse una figura terza? "Deve essere un politico - sottolinea Salvini -, di un governo politico. Coi tecnici abbiamo già dato". A stretto giro di posta, però, arriva la dura replica di Di Maio: "Se qualche leader politico vuole tornare al passato creando governi istituzionali, tecnici, di scopo o peggio ancora dei perdenti, lo dica subito davanti al popolo italiano". Ma, soprattutto, Di Maio è tornato a chiedere il ruolo di presidente del Consiglio: "Il premier deve essere espressione della volontà popolare. Il 17% degli italiani ha votato Salvini premier, il 14 Tajani, il 4 Meloni. Oltre il 32% ha votato il Movimento 5 Stelle e il sottoscritto come premier". La guerra è appena iniziata.

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