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Silvio Berlusconi sbotta contro Matteo Salvini: "Di lui non mi fido più". E su Luigi Di Maio: "Un ragazzino, non perdiamo tempo"

Davide Locano
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Stavolta Silvio Berlusconi è stato una sfinge. Silente e inespressivo. Al termine dell'incontro con il presidente del Senato Elisabetta Casellati, a Palazzo Giustiniani, il Cavaliere ha lasciato che fosse Matteo Salvini a relazionare alla stampa sullo stato della trattativa. Non un introduzione, non una chiosa, come invece era successo la settimana scorsa al Quirinale. Solo uno scambio di sguardi di intesa con Giorgia Meloni. Che ha apprezzato la compostezza dell'alleato. «Non offrirò nessun alibi ai Cinquestelle», aveva promesso prima di affrontare le telecamere. E l'ex premier è stato di parola. Di più. Leggi anche: "Adesso basta": dalla Lega, la furia contro Berlusconi A un certo punto, mentre i tre leader del centrodestra sono a colloquio con la seconda carica dello Stato, a Montecitorio si diffonde la voce di un passo indietro (o di lato) del presidente di Forza Italia. Ed è così. Silvio, pur di agevolare la mediazione di Salvini, è pronto a farsi trasparente. Metterà tra parentesi la sua esuberanza: «Lascerò fare a Matteo, sperando che basti». Lo schema intorno al quale ragionano gli alleati di centrodestra è un governo a trazione gialloverde, con il sostegno esterno di Forza Italia e Fratelli d'Italia. Poco prima di raggiungere Berlusconi e Meloni al Senato, Salvini viene avvistato in compagnia di Giancarlo Giorgetti a Montecitorio. I due si vedono negli uffici di Vincenzo Spadafora con Luigi Di Maio. L'apertura c'è. Sembra esserci. Secondo questo percorso cronologico: prima l'accordo sul programma, poi si verificano i numeri in Parlamento, infine si decide il premier. Poi, come spesso capita con i grillini, qualcosa alla fine va storto. Di Maio rivede la sua linea e ribadisce il veto su Berlusconi. Anche sulla premiership non sembra fare passi avanti. Il governo vuole guidarlo lui. A Palazzo Grazioli queste parole arrivano quasi come attese: «Lo sapevo», si sfoga Berlusconi, «l'avevo detto a Salvini di non fidarsi. Quello è un ragazzino, ci fa solo perdere tempo. Andiamo avanti per la nostra strada, non mi fido più di lui». Poco dopo Forza Italia dirama una nota: «Il supplemento di veto pronunciato dal M5s dimostra il rifiuto di formare un governo. È l'ennesima prova di immaturità a danno degli italiani». Il centrodestra, invece, dimostra al capo dello Stato di essere «compatto e pronto a dare risposte al Paese». E si ricomincia daccapo. Perché né Berlusconi né Meloni intendono avere ruoli in un governo a guida Di Maio. Il Cav, inoltre, ritiene una inutile perdita di tempo offrire qualche settimana ai Cinquestelle perché elaborino e digeriscano l'ipotesi di alleanza con il centrodestra. «A questo punto», riferisce Silvio ai suoi riuniti in via del Plebiscito, «restiamo a guardare mentre falliscono anche il tentativo di asse con il Pd. Poi torneremo di nuovo protagonisti nella fase successiva. Quando Mattar di Salvatore Dama

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