Cerca
Cerca
+

Luigi Di Maio, il cupo sospetto del complotto contro di lui: perché Casaleggio può farlo fuori

Gino Coala
  • a
  • a
  • a

L'incarico esplorativo affidato da Sergio Mattarella a Roberto Fico è stata la più grande sciagura che potesse capitare a Luigi Di Maio. Il presunto candidato premier grillino sente franare il terreno sotto i piedi, per questo si è affrettato a rompere - in pubblico - la trattativa con Matteo Salvini e il Centrodestra, inseguendo l'apertura del reggente Pd Maurizio Martina "sui temi". Leggi anche: Di Maio, il tentativo disperato: la trattativa segreta con Salvini Dopo anni di insulti a tutto il mondo dem però non è facile far ingoiare alla base grillina un accordo con i "mafiosi" per eccellenza della politica italiana. Così Di Maio ha provato a metterci una pezza, mettendo in chiaro che il contratto di governo: "dovrà essere ratificato dai nostri iscritti sulla piattaforma Rousseau". In pratica, riporta il Giornale, Di Maio spera che a decidere sia la Casaleggio associati o chiunque sia in grado di "muovere i fili da remoto" e orientare il voto interno. I segnali che arrivano dal Movimento però non sono benauguranti per Giggino. A cominciare dalla dichiarazione di Emilio Carelli, che ha definito Matteo Renzi una "figura imprescindibile" con la quale trattare un accordo. Renzi per Di Maio è peggio della criptonite, i due non possono neanche stare nella stessa stanza. Così trovano corpo i bisbigli nei corridoi della Camera che profetizzano: "un cambio del cavallo in corsa". Un accordo in fondo è fatto da almeno due parti, al Pd qualcosa dovrà anche andare bene. Al M5s resterà la soluzione più semplice perché tutto fili liscio, cioè mettere da parte l'idea di portare Di Maio a palazzo Chigi, favorendo a lui Fico. Una strada che tra Milano e Sant'Ilario, vicino Genova, si chiacchiera da tempo. E qualche voce a Di Maio deve essere arrivata quando ha provato a mettersi sulla difensiva, attaccando: "Se non si fa il governo col Pd, subito al voto". Sì, ma senza di lui.

Dai blog