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Luigi Di Maio rompe il silenzio elettorale: "Votare per un sindaco del M5s...", ricoperto di insulti

Giulio Bucchi
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Eccolo, il "ministro di tutti". Luigi Di Maio rompe il sabato di silenzio elettorale con una frase tanto intempestiva quanto grave: "Avere sindaci del M5s vuol dire avere sindaci che avranno dalla loro parte il governo nazionale". Dimenticando che in quel governo siede anche la Lega. E se, per caso, gli elettori scegliessero un sindaco di centrodestra (poniamo, di Forza Italia) o del Pd, che succederebbe? Non avrebbero il governo dalla loro parte? La polemica contro il leader grillino, titolare dello Sviluppo economico, scoppia subito (con Clemente Mastella che si dice "allibito", per esempio) e il solito Di Maio costretto a correre ai ripari ("Sappiano tutti i primi cittadini italiani che sarò dalla loro parte sempre, al di là del colore politico". Leggi anche: Di Maio è il primo indagato del nuovo Parlamento Trappole da campagna elettorale. Di sicuro, secondo molti, il voto amministrativo di questa domenica (poco meno di 7 milioni gli italiani chiamati al voto) non è solo un test locale ma potrebbe confermare l'ondata "gialloverde", con i candidati di Lega e M5s (contrapposti ovunque) grandi favoriti a scapito dei due partiti tradizionali e in grave crisi, Pd e Forza Italia. Occhi puntati sui principali capoluoghi alle urne: Imperia, Brescia, Sondrio, Treviso, Vicenza, Massa, Pisa, Siena, Ancona, Terni, Viterbo, Avellino, Brindisi, Catania, Messina, Siracusa e Trapani.

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