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Amministrative, il tracollo del Pd: vince solo a Brescia, travolto a Terni e a rischio a Siena

Giulio Bucchi
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Il Pd e il centrosinistra non sono (ancora) morti, e forse per questo Matteo Ricci, responsabile degli Enti locali, parla di "crescita ovunque" e la deputata Anna Ascani addirittura di "risultati eccezionali". Ma la verità emersa dalla elezioni amministrative è che il trend è quello di un partito alla canna del gas: su 16 comuni a guida Pd, gli elettori ne hanno confermato appena uno, Brescia, dove ha rivinto il sindaco Emilio Del Bono. Nove li ha già persi, e anche laddove è arrivato al ballottaggio rischia fortemente di perdere al secondo turno. Soprattutto, crolla la sicurezza delle roccaforti, con il tradimento in agguato anche in regioni-cassaforte anche nella rossa Toscana.  A Siena Valentini è avanti di poco su De Mossi (centrodestra) ma con i sostenitori dell'ex sindaco Piccini di centrosinistra, oggi in campo con una lista civica, che potrebbero giocare un bruttissimo scherzo al partitone Mps insieme ai grillini. A Massa e Pisa saranno decisivi i voti dei 5 Stelle al secondo turno e anche ad Ancona, sia pure con il 47% dei voti, la candidata Valeria Mancinelli non può essere sicura di farcela. A Terni è storica la debacle Pd, con Angeletti al 14% e fuori dal ballottaggio. E tra Puglia e Sicilia l'unico sorriso arriva da Trapani, con Tranchida eletto con il 70% dei voti. L'eccezione che conferma la regola. A Catania lo storico sindaco uscente Enzo Bianco è stato schiacciato da Pogliese del centrodestra. Un tramonto che potrebbe non essere solo personale.

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