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Aquarius, il retroscena su Giuseppe Conte da Emmanuel Macron: clamorosa, imprevista ribellione a Salvini e Di Maio

Giulio Bucchi
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C'è lo zampino di Sergio Mattarella e di Enzo Moavero dietro la decisione di Giuseppe Conte di volare a Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron. In ginocchio da chi ha definito "vomitevole" la politica italiana sul caso Aquarius e immigrati, ma in sfregio alla linea dura rivendicata da Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Il premier parla con il Quirinale e decide di "ribellarsi" a Lega e M5s: discreta prova di autonomia, ma nell'occasione forse meno opportuna.  Leggi anche: L'ultima vergogna di Macron, chiama Conte ma niente scuse Secondo un retroscena di Francesco Verderami sul Corriere della Sera, il Capo dello Stato riteneva "inaccettabili" i toni usati da Parigi ma "indispensabile" ricucire lo strappo. Stessa posizione per un tecnico come Moavero, oggi ministro degli Esteri per rassicurare l'Unione europea sulla fedeltà italiana. Eccola, allora, la prova d'amore: convincere Conte al mezzo passo indietro. E il premier professore c'è stato. Dalla sua c'era la telefonata di Macron (senza scuse), un alibi perfetto per piegarsi alle volontà del Colle. E Verderami parla già di "una certa autonomia non prevista dagli accordi interni" con Salvini e Conte. 

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