Matteo Salvini lo schiaccia e Luigi Di Maio non reagisce. Retroscena tragico: perché deve stare muto
È finito in trappola, Luigi Di Maio. Sa di formare con Matteo Salvini "una strana coppia", ma quello che forse sta iniziando a comprendere è che a uscirne triturato potrebbe essere proprio lui. Mediaticamente l'alleato leghista lo sta massacrando: non sbaglia un colpo, detta la linea al governo e l'agenda a Paese e giornali. La prima mossa del vicepremier grillino, la riforma del lavoro per i rider. Quella del capo del Carroccio: la linea dura su Aquarius e immigrazione. Quale delle due strategie, dal punto di vista politico e di consenso, sia risultata vincente è perfino umiliante sottolinearlo. Come nota il Corriere della Sera, dopo l'entusiasmo iniziale per aver formato il governo Giggino si è via via incupito. "Ci trattano come scemi, come Calimero della politica. Ma io preferisco passare per brava persona che per furbo", ammetteva coi suoi nel pieno delle trattative. Risultato: lui, con il 33% dei voti è subalterno a un partner che ne ha presi la metà. I neofiti arrivati al potere stanno pagando dazio a un partito, la Lega, ben più strutturato ed esperto. Ma dietro l'eclissi di Di Maio c'è un'altra ragione: il leader sa benissimo che, a causa delle sue scelte (l'alleanza con il Carroccio) e della sua gestione (le nomine) ogni sua parola o presa di posizione potrà essere usata dai nemici interni del M5s contro di lui. E così si trova nella posizione più scomoda: se non parla, fa la figura del fantoccio. Se parla, gli danno tutti addosso.