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Denis Verdini, la profezia: perché per il Movimento 5 Stelle è l'inizio della fine

Matteo Legnani
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L'inizio della fine è già iniziato, si potrebbe dire. Denis Verdini, su Il Tempo, si sbilancia in una previsione sul futuro del Movimento 5 Stelle a partire dalle elezioni amministrative della scorsa domenica. L'ex braccio destro di Silvio Berlusconi concede e riconosce ai grillini tutte le attenuanti possibili (la differenza nel richiamo per gli elettori tra politiche e voto locale, la presenza di una miriade di liste civiche che polverizzano il voto, il fatto che il M5S a livello locale sia ancora poco radicato e poco riconoscibile), ma evidenzia il dato relativo al proporzionale. Ovvero i voti raccolti dalle liste del Movimento rispetto al totale: 11,9%. Ovvero circa un terzo di quanto ottenuto lo scorso 4 marzo. Una perdita di consenso che è ancora più pesante se si considera come il M5S era andato nei Comuni in cui si è votato domenica scorsa: Di Maio & C, scrive Verdini su Il Tempo, avevano ottenuto in queste città e paesi il 40,3%, con una perdita secca, quindi, di ben 28 punti percentuali. E se si considera solo il Sud, "storico" bacino di voti dei grillini, la perdita supera il 35%: ovvero, oltre un terzo dei voti raccolti nel Meidione dal M5S appena poco più di tre mesi fa si è volatilizzato. Tra meno di un anno torneremo ancora tutti alle urne, questa volta per le Europee, che hanno un sistema di voto proporzionale. A quel punto gli equlibri di governo potrebbero davvero cambiare. Leggi anche: Denis verdini, il consiglio a Salvini e Di Maio: "Ecco come umiliare gli arroganti tedeschi"

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