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Augusto Minzolini, inchiesta sullo stadio della Roma: "Le differenze tra Lega e M5s"

Matteo Legnani
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A poche ore dall'ennesimo scandalo di traffici, influenze, mazzette e arresti che ha sconvolto Roma, quello relativo al nuovo stadio, Augusto Minzolini dalle pagine de Il Giornale mette il dito e lo rigira nella piaga grillina che si è aperta. Lo fa non tanto mettendo all'indice i 5 Stelle, che capirai, sono stati in mezzo a tali e tanti scandali negli ultimi anni... No, lo fa analizzando la diversa reazione che pentastellati e leghisti, loro pure coinvolti nello scandalo per i rapporti che si dice avessero con alcuni degli arrestati, hanno avuto di fronte alle notizie arrivate dalla procura e hanno poi esibito coi media. Da una parte, scrive Minzolini, ci sono i Luigi Di Maio e gli Alfonso Bonafede che sono spariti nel nulla, eclissati. Probabilmente presi dal panico. Dall'altra l'altro vicepremier Matteo Salvini, che "si è tuffato tra le telecamere dicendo che 'Parnasi lo conosco come una brava persona' e alle domande più insidiose, quelle sui finanziamenti del palazzinaro, ha tagliato corto: 'Parliamo di cose serie, parliamo di pallone'". Insomma, i leghisti sono un'altra cosa. Perché quando per anni attacchi la casta, i corrotti, invochi manette e cappi e chiedi dimissioni solo perché gira una voce, quando capita a te l'unica cosa che ti resta da fare è scappare. Per la vergogna. Leggi anche: Stadio della Roma, Luigi Di Maio messo sotto processo nel M5S

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