Luigi Di Maio, c'è pure il suo compagno di scuola. Processo al capetto: a chi dà le chiavi del M5s
"Deve essere aiutato". Beppe Grillo lo ripete da giorni: Luigi Di Maio ha troppe rogne a cui pensare. Una formula gentile per dire che il capo politico del Movimento 5 Stelle non regge, da solo non ce la fa. Troppe cariche (oltre al leader del M5s, è pure vicepremier e super-ministro di Lavoro e Welfare) e troppe rogne: le poltrone da piazzare tra viceministri e sottosegretari, presidenze di commissione per non scontentare né i fedelissimi né i dissidenti vicini a Roberto Fico, i guai giudiziari di Virginia Raggi e Luca Lanzalone a Roma, la resistenza a un alleato debordante come il leghista Matteo Salvini. Leggi anche: Di Maio e Salvini, l'accordo per far fuori da tutto il Pd Per sgravarlo di un problema, Grillo e Davide Casaleggio hanno fatto pressioni per formare un nuovo direttorio grillino, che come spiega il Fatto quotidiano dovrà "prenderà il posto della vecchia trimurti dimaiana composta da Riccardo Fraccaro, Alfonso Bonafede e Giancarlo Cancelleri. Di Maio, malvolentieri, accetterà di delegare almeno il coordinamento degli enti locali a "un terzetto di eletti, non parlamentari". Nomi top secret, a parte uno: quello del referente per il Sud, che sarà certamente Dario De Falco. Chi è? Un fedelissimo di Di Maio, ovviamente, suo compagno di liceo a Pomigliano d'Arco, dove oggi è consigliere comunale, nonché tesoriere del comitato elettorale del capo. Preparatevi a nuovi mugugni.