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Matteo Salvini, il blitz per fare fuori l'infiltrato Giovanni Tria. Chi protegge il ministro

Matteo Legnani
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Lui voleva Paolo Savona ma gli hanno fatto trovare Giovanni Tria. Ovvio che tra i due la convivenza fosse difficile. Da settimane si parla di incomprensioni tra il vicepremier Matteo Salvini e il titolare dell'Economia, ministero peraltro spinoso, dal quale in molti sono stati "defenestrati" anche dagli esecutivi passati. Ma ora, tra i due sembra essere giunto il redde rationem. E non è un caso, visto che l'estate sta per finire e il governo, al ritorno a Chigi, si metterà al lavoro su una manovra finanziaria che sarà decisiva per le sue sorti, oltre che per quelle del Paese. Tria è forte dell'appoggio del Colle, che lì lo ha voluto, e del premier Conte. E quello con Salvini è ormai uno scontro aperto, come quando Tria ha pubblicamente bocciato uno dei cavalli di battaglia di Salvini sulla sicurezza, ovvero l'assunzione di altri 8mila agenti di polizia. Scaramucce, rispetto a ciò che in molti si aspettano a settembre, in vista della Legge di Bilancio che dovrà essere pronta entro il 20 ottobre per essere poi approvata dal parlamento entro il 31 dicembre. Su flat tax e legge Fornero Tria ha già frenato, lasciando intravvedere la possibilità di un avvio solo parziale della "tassa piatta"e ha confermato che l'eliminazione degli 80 euro (introdotti da Renzi) è al vaglio dei tecnici del Mef. Per questo, Salvini vorrebbe arrivare ai primi di settembre con un diverso "cavallo" all'Economia. Ma l'opposizione di Conte e Mattarella sarebbe insormontabile, ragion per cui Salvini, secondo quanto riporta Il Giornale, si appresterebbe andare alla battaglia sulla Manovra presentandosi agli italiani con un nuovo nemico da combattere: Tria. Leggi anche: Luigi Bisignani, perchè il ministro tria ha i giorni contati: quando sarà licenziato

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