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Genova, Massimo Cacciari: "La macchina pubblica non funziona per questo il Paese non sta più insieme"

Cristina Agostini
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"Questo non è più uno Stato che funzioni. Manca un governo effettivo del Paese in grado di fare riforme necessarie che ci trasciniamo dalla fine degli anni '80 e questa impotenza, questa inefficienza politica ha generato una caduta di tutti gli apparati". Massimo Cacciari, dopo il disastro del crollo del ponte Morandi a Genova, è molto scettico e pessimista: "Lo Stato dice non ha più l'ordinaria manutenzione e questo vale in tutti i settori", denuncia in una intervista a Il Messaggero. "Non si sa più chi sia responsabile di cosa... La macchina burocratico-amministrativa è impazzita". Leggi anche: Genova, resa dei conti Salvini-Di Maio. Vespa, addio al governo Il problema è che manca la "direzione politica. Rimettere in piedi questo Paese è infinitamente più complicato che fare un governo e selezionare una classe politica. Piove e la terra frana, nevica e c'è la valanga, ma non si capisce chi deve controllare il corso d'acqua, il bacino, il ponte. Il sistema non regge più, grazie a una classe dirigente che in trent'anni ha prodotto solo scombinatissime riforme". Ora, continua il filosofo, "bisogna porsi un problema di tecnica politica: sburocratizzare, velocizzare, rifare le leggi sugli appalti, ricreare una classe tecnico-amministrativa capace, con scuole idonee come in Francia".   "Se vivessimo in un'altra epoca o un altro contesto, direi che ci sarà una catastrofe. Un salto, un mutamento, avverrà a livello europeo, non nazionale. Siamo sull'orlo del precipizio. Tutto potrebbe esplodere con le elezioni europee del prossimo anno. Nuove classi politiche nascono da catastrofi e rivoluzioni". L'unica speranza, conclude Cacciari, "è che questo governo è fatto da giovani. Se comprendono la strutturalità della crisi, magari insieme a giovani di altre forze politiche, qualcosa possono fare Salvini e Di Maio con Renzi". Ora "devono essere iniziatori di una fase nuova. Magari di destra o di estrema destra, e io li combatterei, ma nuova. I giovani sono sempre portatori di rinnovamento. E il rinnovamento può essere tragico".

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