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Matteo Salvini a Libero, la sfida: "Niente immunità, voglio essere processato"

Giulio Bucchi
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Ministro Salvini la soluzione della questione relativa alla nave Diciotti è la dimostrazione che la linea dura del governo paga?  «Io non parlerei di linea dura. La definirei piuttosto coerenza. E quella paga, sempre. Siamo riusciti a fare una cosa mai fatta prima: coinvolgere un Paese dell' Est, l' Albania, e la Chiesa».  C'è qualche cosa in particolare che l' infastidisce nei capi d' imputazione (sequestro di persona, abuso d' ufficio e arresto illegale) che le sono contestati?  «Quando ho iniziato a fare politica, non avrei mai pensato di poter essere accusato di sequestro di persona. Io me li ricordo da bambino i sequestratori. Erano quelli che rapivano le persone e chiedevano il riscatto. Io, invece, ho agito per difendere i confini del mio Paese. E se questo è il prezzo che devo pagare, ok. Ma nessun magistrato pensi di potermi fermare con un' inchiesta». Da oggi Libero raccoglie le firme dei lettori che la vorranno sostenere...  «Grazie mille. Fa piacere avere una mano in più in questo momento». Leggi anche: Salvini, il sondaggio-bomba. Cosa pensano i cattolici di lui Se il Tribunale dei Ministri decidesse di accusarla, sarà il Senato a dover votare la sua processabilità. Cercherà voti "amici" per sfangarla?  «Assolutamente no! Se il Tribunale dirà che devo essere processato andrò davanti ai magistrati a spiegare che non sono un sequestratore. Voglio proprio vedere come va a finire...». Immaginiamo che domani arrivi un' altra nave, lascerebbe ancora tutti i migranti a bordo come ha fatto nei giorni scorsi?  «Intanto da quando è iniziato il caso Diciotti di navi dalla rotta del Sud Mediterraneo non ne sono più partite. Questa è la conferma che se fai capire che qui non sbarca nessuno, a venire ci pensano due volte. E le dico un' altra cosa. Si ricorda le polemiche per la mia circolare nella quale chiedevo di dare una stretta sulla concessione delle domande d' asilo? Bene. Da allora il loro numero è diminuito drasticamente. Comunque sì, mi comporterei alla stessa maniera». Dica la verità, l' inchiesta è stata un bell' assist politico. Popolarità alle stelle, sondaggi pure. Che in Italia sia finito il tempo della giustizia a orologeria?  «Io ho fatto solo il mio lavoro di ministro e sono pronto a rifarlo. Per il resto mi spiace per il procuratore di Agrigento. Penso che con tutti i problemi che ha la Sicilia, la priorità non sia certo indagare Salvini. E poi lui era lo stesso che qualche mese diceva: "Il rischio di terroristi a bordo dei barconi è alto". Ha cambiato idea?». Sabato ha parlato di riforma della giustizia come punto prioritario dell' azione di governo. Conferma?  «Sì. Non è normale che ci siano processi che durano anni e poi c' è chi intasa le aule di giustizia con procedimenti assurdi come quello contro di me. Ma scherziamo?». Scusi, come le è venuta in mente l' Albania?  «L' Unione Europea se ne frega del problema dell' Italia. Così abbiamo trovato soluzioni alternative. L' Albania si è anche detta pronta ad accogliere altri migranti e siamo in contatto con altri Paesi dell' Est (Serbia e Montenegro, ndr) che hanno dato la loro disponibilità. Se la Ue non è in grado di risolvere il problema, lo faremo noi. Quello della Diciotti è un caso che farà scuola». L' incontro col premier ungherese Viktor Orban si deve leggere in questa chiave?  «Sì. L' obiettivo non è trovare accordi per la redistribuzione, piuttosto è quello di accordarci per il controllo delle frontiere esterne. Per creare in Libia e in Nord Africa porti sicuri dove far attraccare le navi e creare centri di identificazione sulle coste africane per capire chi deve essere aiutato e chi no». La visita di Orban, però, ha scatenato polemiche sia nei 5 Stelle sia nel Pd...  «Orban è un capo di Stato. Se la Merkel mi chiedesse un incontro non avrei problemi a confrontarmi con lei. Per il resto i 5 Stelle che criticano sono una minoranza e il Pd ormai esiste solo in funzione di Salvini e della Lega. Non hanno più una proposta credibile». Salvini, come ha fatto a convincere la Cei a farsi carico di 100 migranti?  «Ci ho lavorato personalmente. Ho incontrato alcuni funzionari, altri li ho sentiti al telefono e in meno di 24 ore abbiamo chiuso. Proprio mentre ad pensavano a processarmi...». Quindi avevamo ragione a titolare che i cattolici sono con lei?  «Guardi, io non credo di essere un esempio di santità. Sono divorziato e sono un peccatore. Ma col mio lavoro cerco di difendere i valori cari ai cattolici. L' altro giorno ero in bicicletta, una famiglia mi ha fermato e mi ha regalato un braccialetto della Madonna di Medjugorje. Altri in questi giorni mi hanno donato quattro o cinque rosari benedetti. E poi scusi, se fossi davvero così tremendo, i vescovi italiani avrebbero accettato di trattare con me?». D' accordo, però alla fine i migrati presi dalla Cei resteranno in Italia...  «Verranno identificati e chi non ha diritto verrà respinto. E se verrà accertato che si tratta di eritrei, rientreranno a pieno titolo nell' accordo di redistribuzione siglato dall' Europa. Del resto il trattato prevede la distribuzione tra i Paesi europei di 35 mila persone. Al momento l' Europa è ferma 12 mila...». Le accuse contro di lei hanno ricompattato il centrodestra. Miracolo?  «Mi fa piacere la solidarietà di Berlusconi, ma io più che alle parole guardo ai fatti e in queste settimane la posizione di Forza Italia è stata più vicina a quella del Pd che a quella della Lega. Pensi che il coordinatore regionale siciliano (Gianfranco Miccichè, ndr) mi ha pure dato dello stronzo e nessuno in Fi lo ha smentito...». Ultima domanda. Con la messe di consensi che sta mietendo, non le converrebbe andare alle elezioni?  «Con Conte e Di Maio stiamo lavorando bene. Abbiamo fatto più noi in pochi mesi che la sinistra in sei anni di governo. Quindi...». di Fabio Rubini

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