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Matteo Salvini, la trappola dei grillini di sinistra per ammanettarlo sul ddl anticorruzione

Davide Locano
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Matteo Salvini deve guardarsi le spalle dall'ala sinistra del M5s. Non è certo una novità, lo sa benissimo lui per primo, ma la recente condanna della Lega, ovviamente, ha scatenato i grillini più ostili all'alleanza col Carroccio. E l'ala sinistra, ora - come sottolinea Il Giornale - spinge sul governo Conte per "imprigionare" il viceministro leghista sul ddl anticorruzione, imponendo una virata giustizialista nell'agenda dell'esecutivo (a capo della corrente manettara, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il presidente della Camera, Roberto Fico e Alessandro Di Battista, che pur dal Guatemala continua a tessere la sua tela). Obiettivo dei "pentastellati-rossi" è mettere Salvini spalle al muro, obbligandolo al passo indietro su quella che chiamano legge "spazzacorrotti", per incassare così il via libera senza le correzioni annunciate da Salvini in persona (il quale non ha preso parte al CdM che ha varato il provvedimento). Insomma, il M5s vuole andare alla prova di forza sul tema della giustizia: se i grillini ottenessero il via libera al testo così come licenziato in CdM, si tratterebbe della loro prima vittoria politica sulla lega. Leggi anche: Paura, eh? Il sondaggio che incenerisce Di Maio L'operazione, per inciso, ha ovviamente l'appoggio anche di Luigi Di Maio, che non sa più come fare per tenere testa all'alleato che, giorno dopo giorno, gli erode consensi. Sul ddl anticorruzione, Salvini aveva affermato: "Credo che il Parlamento apporterà qualche modifica perché è giustissimo stroncare corrotti e corruttori, assenteisti e truffatori, però in Italia non ci possono essere 60 milioni di indagati". Già, la legge rischia di inaugurare una vera e propria caccia alle streghe contro una platea enorme di soggetti, questa la ragione dei dubbi di Salvini.

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