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Giulio Tremonti: "È necessario ponderare le fughe in avanti sull'uscita dall'Euro"

Cristina Agostini
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Soppesare bene le fughe in avanti sull'uscita dall'euro, "perché ci sono delle responsabilità strutturali e i mercati finanziari così come il legislatore devono rendere conto ai pensionati dell'Australia o dell'America di cui amministrano i soldi". Giulio Tremonti, intervenuto al 2° forum nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili, ha parlato anche di "rivoluzione digitale". Oltre gli Stati, dice l'ex ministro come riportato da ItaliaOggi, sono nate le repubbliche digitali "entità fuori dalle strutture degli stati", che "si sostituiscono alle antiche tradizioni politiche: se parli di tassazione dicono che sei tu che sbagli leggi non siamo noi ad eludere o ad evadere". Leggi anche: "La Fornero deve tacere, presto...". No, non è Salvini: chi la massacra Sulla moneta unica, in particolare, l'ex ministro riconosce che "dentro l'euro ci sono delle criticità, ma è un processo irreversibile: se ti dicono usciamo, chi firma le nuove banconote? Quale struttura di potere può garantire la moneta che va ad emettere in sostituzione dell'euro? L'euro è una moneta di cui tanto non ti fidi ma che hai il terrore di perdere", afferma Tremonti. Di conseguenza, "quando viene fuori la questione dell'Europa, bisogna tenere conto del fatto che l'euro è una moneta mondiale ed è valutata dal sistema finanziario mondiale. Hai gli speculatori, che sono al margine, ma hai anche i grandi fondi pensione che ti dicono: caro ministro faccio il tuo stesso mestiere, tu garantisci lo stato sociale, io devo garantire le pensioni e la sanità di australiani e americani, è inutile che mi demonizzi, devo fare investimenti per essere sicuro sui rendimenti da pagare ai miei concittadini, al popolo che c'è dietro".  

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