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Sergio Mattarella, come e perché potrebbe rispedire la manovra al mittente

Matteo Legnani
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Il richiamo di oggi con cui Sergio Mattarella ha ricordato come la Costituzione preveda il pareggio di bilancio potrebbe essere un campanello d'allarme non da poco per il governo gialloverde e la sua manovra basata sul rapporto deficit/pil aumentato al 2,4%. Perchè la manovra andrà ora all'esame del Quirinale, che, spiega Francesco Forte su Il Giornale, non potrà non tenere conto dell'articolo 81, versione 2012, che dispone che "le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea, assicurano l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico". Mattarella ha dunque di fronte anche l'articolo 97, che riguarda la sostenibilità del debito pubblico: a fine 2018 si esaurirà il Quantitative Easing e ciò renderà tutto più difficile. Leggi anche: Mattarella lo bastona, Salvini: "Me ne frego e..." "Mentre nel 2018 l' Italia non ha dovuto rinnovare una grossa quota del suo debito, nel 2019 vengono a scadenza 277 miliardi di titoli, lo 11,4% del totale. Ora se lo spread per questo rinnovo aumenta, c' è una maggior spesa per interessi sul debito, che porta il deficit complessivo sopra il 2,4%" scrive Forte. "Inoltre lo spread elevato può indurre le banche a vendere una parte del loro debito, appesantendo l' offerta di titoli rispetto alla domanda accrescendo lo spread. Un costoso circolo vizioso, che urta contro la norma sulla sostenibilità del debito di cui all' articolo 97. Insomma, occorre un deficit entro il 2% per far sì che il debito cali in misura adeguata a tranquillizzare i risparmiatori esteri e italiani e a rafforzare le banche, che debbono avere buon i parametri per espandere il credito all' economia". Leggi anche: Mattarella, telefonata a Tria nelle ore decisive del Def

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