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Pensioni e manovra, mancano 2 miliardi. Retroscena sul vertice da Conte: mancavano Salvini e Di Maio

Giulio Bucchi
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Non c'è stata la resa dei conti a Palazzo Chigi, ma solo perché domenica sera nello studio del premier Giuseppe Conte non c'era chi conta veramente nel governo. I due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio erano assenti alla riunione ristretta che doveva preparare il terreno per il Consiglio dei Ministri di lunedì. Leggi anche: "Ma ci vuole molto a capirlo?". Così Salvini e Giorgetti umiliano Di Maio Sul tavolo la pace fiscale ma pure gli ultimi (?) dettagli della manovra, visto che entro mezzanotte del 15 ottobre il governo dovrà inviare a Bruxelles il documento su cui la Commissione Ue valuterà la nostra finanziaria. Un documento che rischia di contenere molti "salvo intese", perché le convergenze tra Lega e M5s su alcuni punti cruciali sono ancora difficili, e l'assenza di Di Maio e Salvini lo testimonia. Se sulla pace fiscale le parti sembrano più vicine, resta come riferisce il Corriere della Sera la grande incognita dei numeri e le coperture. "Già nei giorni scorsi - scrive il quotidiano di via Solferino - i tecnici avvertivano del rischio di un buco nel bilancio". Alcuni esponenti politici parlavano di due miliardi mancanti. Tra le opzioni in campo, tutte decisamente pericolose sul piano politico ed elettorale, l'idea di far slittare ad aprile reddito e pensione di cittadinanza. Ma "ammettere ora che saranno 8 e non 10 potrebbe non essere facile. Così come è difficile che si materializzi il miliardo di tagli sulle pensioni d'oro annunciato ieri dallo stesso Di Maio". 

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