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Lega e M5s, gira una voce nell'alta finanza: quando salta il governo, le prove decisive degli analisti

Giulio Bucchi
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Un governo con data di scadenza già ben impressa sopra. Lega e M5s sono usciti da questa estenuante trattativa sulla manovra con qualche ammaccatura e con una consapevolezza: sarà dura andare avanti così, anche tenendo conto delle probabili turbolenze in arrivo dal fronte Ue (che al 99% respingerà la finanziaria spedita da Palazzo Chigi a Bruxelles) e da quello Borse. La posizione del ministro dell'Economia Giovanni Tria scricchiola ancora (secondo l'HuffingtonPost salgono le quotazioni di Gustavo Piga e Rainer Masera, candidati grillini a via XX Settembre) ma sono soprattutto i grandi protagonisti della finanza internazionale a sottolineare come l'esecutivo gialloverde sia agli sgoccioli. Leggi anche: Roba senza precedenti, le banche mollano il governo. Ora sono guai Secondo quanto riportato da Milano Finanza, IG Markets vede per l'Italia il rischio di elezioni anticipate "viste le distanze tra le due forze del governo su alcuni punti nevralgici del programma, come quello delle infrastrutture". Per gli analisti la fine del governo avverrà a due condizioni: una vittoria dei partiti euro-scettici alle prossime elezioni europee di maggio, e una Lega in grado di superare il 40% dei consensi nei sondaggi. In quel caso, spiegano, sarebbe Matteo Salvini a staccare la spina all'esecutivo. Se per JP Morgan sarà una spia importante già la tornata elettorale di domenica prossima in Trentino Alto Adige, per Goldman Sachs invece fissa la data del Big bang al 2019: "Il governo attuale non ha molte possibilità di sopravvivenza se non al massimo fino alla metà del prossimo anno". 

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