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Silvio Berlusconi, Forza Italia nel caso: le indiscrezioni sulla sua ultima scelta estrema

Gino Coala
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Facce da funerale, occhio pesto alla Rocky Balboa al quindicesimo round e sguardo basso che neanche Donnarumma dopo un derby. La Caporetto in Trentino Alto Adige era ampiamente prevista da quel che resta di Forza Italia, ma ovviamente brucia lo stesso. «Se siamo bravi, ma tanto bravi, in primavera arriviamo al sette per cento», commenta qualche dirigente. Neppure il ritorno in prima linea di Berlusconi, diviso tra il Monza Calcio e la politica, è bastato a resuscitare il partito moribondo. E ora tocca provare a risvegliarlo dal coma e trascinarlo fino alle europee. Leggi anche: Forza Italia finita, Toti: "Con questi dirigenti non vinceremo mai più" Probabilmente nelle liste non ci sarà il nome del Cavaliere, la cui candidatura dopo quest' ultimo colpo dovrebbe essere archiviata. «Con questi numeri non ha senso correre», avrebbe detto ai suoi. Difficile dargli torto, anche se alla corte di Arcore il pressing continua. Ciò che pesa è ovviamente il confronto con Matteo Salvini, che proprio nel duello per la Ue conta di stravincere. Il leader leghista punta alla presidenza della commissione (parola del ministro Lorenzo Fontana). Silvio dovrebbe accontentarsi di occupare uno dei due seggi che Fi conta di centrare nel Meridione. E se sono vere le percentuali che circolano - col partito praticamente cancellato nel Nord-Est, in difficoltà nel Nord-Ovest e vivo solo al centro-Sud - si rischia una figuraccia. L' aspetto inquietante è che tanti forzisti sperano che finisca così: se Silvio va a sbattere - racconta qualche maligno - potrebbe diventare possibile compiere il "parricidio", cambiare leadership e provare a diventare un movimento normale. Mettere da parte Berlusconi, però, non è un' impresa di poco conto. E soprattutto è ancora da dimostrare che la sua creatura politica abbia qualche chance di sopravvivergli. LA KERMESSE In attesa del responso, il partito si esercita in una delle sue grandi tradizioni: dividersi. La dimostrazione plastica doveva arrivare questo fine settimana. A Ischia si sarebbero dovuti riunire gli "Stati Generali" azzurri, organizzati da Mara Carfagna e altri forzisti campani. Qui si dovevano trovare i vertici al completo, dalle coordinatrici nazionali in giù. Sabato Tajani. Domenica invece era previsto il momento del Cavaliere, in teoria. Già perché nelle più tragiche delle metafore del disastro azzurro tutta la kermesse è stata rinviata causa maltempo. «Non potevamo - spiega il Coordinatore campano Domenico De Siano - mettere a rischio le migliaia di partecipanti che avevano già assicurato la presenza». C' era il pericolo di far affondare il Cavaliere, meglio rinviare tutto. I DISSIDENTI Tifone o no, quel che è certo che Giovanni Toti non si sarebbe presentato sull' isola al largo di Napoli neanche se l' avessero trasportato lì sullo yacht di Abramovich. Il governatore ligure aveva già disertato l' ultimo grande raduno. E anche questo weekend aveva previsto di andare a Milano con Guido Crosetto per partecipare a "Italiavanti", contro-manifestazione azzurra organizzata da Stefano Maullu. Una due giorni per discutere di ricette diametralmente opposte a quelle di Tajani. In sintesi: meno Europa, più Salvini. Il tutto nel solco del progetto lanciato ad Atreju da Giorgia Meloni: una lista che raccolga tutti i movimenti nati dalle costole di Forza Italia, quelli di Parisi, Musumeci e ovviamente dello stesso Toti. Come sempre nella vita di Silvio, anche in questo passaggio ci saranno di mezzo delle toghe. In questo caso sono quelle della Corte costituzionale, la quale nelle prossime ore si pronuncerà sul ricorso presentato da Fdi contro lo sbarramento al 4% per le elezioni europee. Una soglia letale per Fratelli d' Italia. Se la Consulta dovesse rimuoverla, l' idea di Fdi di creare una lista unica diventerebbe molto più praticabile. Dopo il voto, poi, si potrebbe convocare un congresso, delle primarie. In poche parole, formare un nuovo partito, per un nuovo centrodestra. di Lorenzo Mottola

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