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Luigi Di Maio, retroscena Minzolini: la mossa di Marco Travaglio per far cadere il governo Lega-M5s

Davide Locano
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L'ombra di Marco Travaglio (e delle manette) su Luigi Di Maio. La forzatura del Movimento 5 Stelle sul Dl Anti-corruzione, con lo scontro formale contro la Lega, rappresenta l'estremo tentativo del capo grillino di ricompattare i suoi e coprirsi le spalle dalle critiche della stampa che fin qui gli ha tirato la volata ma che sta iniziando ad abbandonarlo per le concessioni all'alleato, a cominciare dal Fatto quotidiano. E le voci raccolte da Augusto Minzolini nel suo retroscena sul Giornale confermano questa tesi. Leggi anche: Buffonata grillina, ritirano l'emendamento e lo ripresentano con titolo diverso Niente di meglio, allora, che sposare la linea ultra-giustizialista dei padri nobili del pensiero grillino, da Travaglio a Piercamillo Davigo e Nino Di Matteo, i grandi sponsor della riforma della giustizia voluta dal ministro Alfonso Bonafede, quella per intendersi che di fatto cancella la prescrizione dopo il primo grado. Sostenerla significa rivendicare l'identità del Movimento, sventolare una bandiera cara agli elettori e, come detto, ammutolire di colpo i malpancisti. Con che faccia, infatti, la fronda potrebbe distaccarsi o rimproverare qualcosa a Di Maio?. Il rischio, calcolato ma forse non così bene, è che a tirar la corda questa si spezzi. Perché dall'altro parte non ci sono solo i vari Nugnes e De Falco, ma soprattutto la Lega. Che, sondaggi alla mano e con le prospettive politiche attuali, avrebbe certamente più interesse dei grillini a mandare tutto all'aria. 

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