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Luigi Di Maio smascherato dal lobbista delle armi: la storia del missile da 500 milioni

Matteo Legnani
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C'era una volta quando i grillini erano anti-militaristi. Epica la loro battaglia contro gli F-35. Poi, però, sono andati al governo e... almeno le apparenze vanno salvate, chè già i militanti sbuffano per le tante promesse tradite da Di Maio e soci. Un episodio gustosissimo di questo trasformismo governativo a 5 Stelle lo racconta oggi su Il Giornale Augusto Minzolini Gli è stato riferito da un "lobbista di una azienda di armi con capitale italiano e internazionale, un ex parlamentare dai nobili natali" lo presenta Minzolini riferendo della di lui "esperienza con quell'anima del governo del cambiamento che dovrebbe essere allergica alle spese militari, cioè i grillini". E in particolare con "Di Maio, che ha detto di no pubblicamente alla realizzazione di un missile da 500 milioni, salvo poi spiegare che non è detto che nelle pieghe della Legge di Bilancio alla fine non si possano trovare le risorse necessarie. Ci ha solo raccomandato due cose - prosegue il lobbista nel racconto di Minzolini - ovvero di non fare casino e di cambiare il nome al missile, visto che lo ha già bocciato pubblicamente. Ora - conclude - vai a spiegare ai nostri soci internazionali che dobbiamo cambiare nome al missile. E come lo chiamiamo? Ciro?" conclude il lobbista con uno sfottò. Per approfondire leggi anche: Luigi Di Maio, il retroscena di Augusto Minzolini: "Sfogo coi suoi: Non sono un co***, e ho firmato io"

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