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Pensioni, Tito Boeri lancia l'allarme su quota 100: assegni tagliati? Ecco i veri numeri

Matteo Legnani
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Pesta più lui del Pd. Molto di più. Non passa giorno, o quasi, infatti, senza che il presidente dell'Inps Tito Boeri non vada all'attacco del programma del governo sulle pensioni, che è uno dei punti cardine del piano della Lega. Nell'intervista di oggi 19 novembre sul Corriere, poi, Boeri spara a raffica, rilanciando anche sul tema della insostenibilità economica della "Quota 100", ovvero la sostituzione della legge Fornero con un sistema pensionistico che preveda 100 come somma degli anni pagati di contributi ed età anagrafica. Insomma, quello che sta alla Lega come il reddito di cittadinanza ai 5 Stelle. "Il governo ci ha chiesto di fare delle simulazioni - spiega Boeri - e noi ne abbiamo fatte tantissime. Tutte implicano che ci sia un forte incremento della spesa nei primi anni. All'inizio ci sarà un grande gruppo di persone che entra a carico del sistema pensionistico, e ogni anno se ne aggiungono altre che maturano i requisiti, dunque la spesa non può che aumentare anno dopo anno. A fronte di tutto ciò l'idea è quella di una dotazione piatta e costante a sette miliardi l'anno, che non è supportata minimamente da alcuna delle simulazioni che ci hanno chiesto" dice il numero uno dell'Inps. Che poi va all'attacco: "Ogni volta che ho sollevato il problema, però, no avuto per tutta risposta solo attacchi verbali e tentativi di screditarmi". E infine lancia l'allarme sull'ammontare degli assegni, che "potrebbero avere trattamenti diversi pur con requisiti uguali, con "correzioni attuariali sulla parte contributiva delle pensioni fino al 35% degli assegni per chi lascia prima è assai verosimile. Una ipotesi, questa, che appena qualche giorno fa, è stata smentita dallo stesso Ufficio parlamentare di bilancio che, dopo aver lanciato l' allarme sul 34% di taglio, ha spiegato, correttamente, che il ragionamento non è completo. Il conteggio non può limitarsi alla prestazione mensile, ma deve comprendere l' insieme dei soldi ricevuti dall' ente previdenziale nell'arco della propria vita, prendendo a riferimento l' aspettativa media individuata periodicamente dall' Istat. In questo modo, mettendo sulla bilancia anche gli anni di anticipo, le differenze tra i quattrini intascati dall' Inps con la Fornero e quelli con l' anticipo previsto da quota 100 si assottigliano incredibilmente, aggirandosi su percentuali irrisorie per chi decide di lasciare il lavoro con uno o due anni di anticipo. E arrivando al massimo all' 8% per chi va in quiescienza con quattro anni di anticipo. Leggi anche: Pensioni, quota 100: i veri calcoli, ecco il tuo assegno

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