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Il M5s schifa i militari: censurato lo spot sull'esercito, la denuncia del ministro Elisabetta Trenta

Davide Locano
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Diteci cosa c'è di violento o di raccapricciante in un video che mostra dei soldati combattere, sparare, salvare vite umane, ma anche assistere feriti e coprire cadaveri, insomma fare niente più che il proprio mestiere. Diteci per quale ragione un video del genere debba venire censurato e sostituito con uno spot buonista in cui i militari paiono assistenti sociali o volontari di una ong che portano la pace nel mondo e, al posto delle armi, imbracciano smartphone per spararsi dei selfie. Forse dovremmo chiederlo alla Presidenza del Consiglio, in particolare alla sua area grillina che fa capo al Dipartimento per l' informazione e l' editoria, la quale ha reputato non idoneo lo spot realizzato per l' anniversario del 4 novembre, accusandolo di eccessivo militarismo, e ne ha quindi impedito la divulgazione. Leggi anche: "Che voti conquisterà": Bruno Vespa, la profezia su Salvini La vicenda è stata resa nota dall'onorevole forzista Maurizio Gasparri, il quale aveva fatto interrogazione al premier Conte e al ministro della Difesa per chiedere come mai il video celebrativo delle Forze Armate, che pure già girava in rete, fosse stato poi accantonato nella comunicazione istituzionale e se dietro ci fosse una direttiva censoria del governo. La replica del ministro Trenta ha confermato i sospetti, ricostruendo la storia travagliata di questo spot: il video era stato già realizzato dal precedente governo, il quale, in modo molto poco coerente, non ne aveva autorizzato la diffusione. Poi lo spot era finito nelle mani di questo esecutivo: dopo qualche limatura, la Trenta aveva dato la sua approvazione, chiedendo tuttavia, come da prassi, l' autorizzazione definitiva a Palazzo Chigi, in particolare al Dipartimento per l' informazione e l' editoria, con al vertice il sottosegretario 5 Stelle Vito Crimi. E a questo punto era scattato il niet. «Pur nel pieno apprezzamento del contenuto artistico dello spot», fa sapere la Trenta, «il Dipartimento non ha tuttavia ritenuto di procederne alla divulgazione per le immagini ritenute "troppo violente"». Cosa ha fatto a quel punto il titolare della Difesa? «Ne ho preso semplicemente atto», dice lei, «seppur con rammarico». Una replica troppo remissiva, tanto che Gasparri ha gioco facile nel parlare di un ministro «commissariato», che ha «subito silente un' evidente prepotenza». DOMANDE Ciò che sconvolge nella vicenda, al di là della debolezza del ministro, è innanzitutto la vocazione censoria del Movimento Cinque Stelle che taglia, smussa, edulcora laddove la realtà non corrisponde alla propria rappresentazione e alla propria ideologia anti-militarista. I soldati usano le armi e operano in teatri di guerra? Disarmiamoli e trasformiamoli in attivisti della non-violenza. Uno spot promuove valori come il coraggio, lo spirito di sacrificio, la lealtà, il senso dell' onore e della patria, cari da sempre alla destra? Via, rimuoviamolo subito, caso mai facesse gioco alla parte verde di questo governo Ma in particolare colpisce la motivazione legata alla censura delle immagini, ossia la tesi per cui questo video sarebbe troppo cruento. E allora viene da chiedersi: è violento mostrare un militare che assiste un commilitone sanguinante, e ammette: «Ho visto il volto del terrore, ho sentito il freddo morso della paura»? È violento raccontare di militari che vanno dove gli altri non vogliono andare perché intervengono in situazioni estreme, combattono in campo aperto, mettono a rischio la propria pelle, diventando quasi sempre obiettivi sensibili? EROISMO E FRAGILITÀ E ancora: è violento ricordare come essi, ciononostante, siano capaci di gesti di straordinaria umanità, come salvare bambini e offrire loro cibo e assistenza? Quel video censurato dai grillini è un condensato di virilità e pietas, di eroismo e fragilità, è uno specchio autentico della vita del militare, senza infingimenti e buonismi, ma anche senza retorica o immagini truculente. Prova a tradurre ciò che ogni soldato fa, con orgoglio, amore per la divisa e disponibilità al sacrificio. Avessero anche i grillini lo stesso spirito di servizio e la medesima capacità di onorare la bandiera, potremmo forse dirci fieri della nostra classe politica. Invece no, ci tocca scegliere tra Forze Armate e Debolezze Inermi a 5 Stelle. E, tra le due, non abbiamo dubbi... di Gianluca Veneziani

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