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Ddl anti-corruzione, sì alla Camera alle legge grillina: la Lega non applaude

Davide Locano
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La Camera ha approvato il disegno di legge anticorruzione ultra-manettaro tanto caro al M5s: la palla, ora, passa al Senato. Si tratta della legge che ha scatenato il caso relativo alla norma sul peculato, cancellato dopo un accorto tra grillini e Lega, norma che era stata introdotta a scrutinio segreto contro il parere del governo. Il testo dovrebbe tornare a Montecitorio per la terza lettura: hanno votato a favore 288 deputati, contro 143. Per il provvedimento si sono espressi i deputati della Lega e del M5s; contro i gruppi del Pd, Fi, Fdi, Leu, del gruppo Misto e del Maie. Ma è stato subito dopo l'approvazione del testo che, tra i banchi della Lega, si è notato come nessuno abbia applaudito. Nemmeno un mezzo applauso, a differenza di quanto accaduto tra i banchi dei grillini. Un segnale ben preciso: alla Lega, questo testo, non piace. E soprattutto un indicatore - l'ennesimo - del fatto che la tensione tra le due forze di maggioranza sia al massimo livello. Da che si è insediato, il governo gialloverde non è mai stato così in bilico. E questo "mancato applauso" lo dimostra in modo piuttosto lampante. Leggi anche: Bomba-Brunetta: "Il governo cade entro dicembre" Per quel che riguarda il testo approvato a Montecitorio, prevede l'inasprimento delle sanzioni, fino all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e dagli appalti pubblici. Il Daspo e il ricorso ad agenti "sotto copertura" nelle indagini. Il disegno di legge introduce modifiche in base alle quali, in pratica, le sanzioni accessorie prevedano per una serie di reati contro la Pubblica amministrazione, l'interdizione a vita dai rapporti con gli uffici pubblici.

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