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Giuseppe Conte, il retroscena: l'ordine di Sergio Mattarella prima del viaggio a Bruxelles

Gino Coala
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Dietro la chiusura della trattativa a Bruxelles sulla manovra economica al 2% del deficit c'è la firma del partito del Quirinale, la terza forza politica che tiene in piedi il governo Lega-M5s e che sin dall'inizio ha provato in tutti i modi a far ragionare i leader dei due principali azionisti dell'esecutivo. L'argomento forte usato da Sergio Mattarella anche all'ultimo vertice di maggioranza è stato lo spauracchio dei mercati azionari che non dovevano essere sfidati, perché il rischio sarebbe stato quello di pagare un prezzo ben più alto dei sette miliardi tagliati a reddito di cittadinanza e a quota 100. Leggi anche: Di Maio e Salvini, la nota congiunta: parole pesantissime su Conte La mossa decisiva di Mattarella, riporta il Messaggero, è stata convincere Giuseppe Conte, aggiuntosi così al gruppo dei realisti e responsabili, formazione già composta dal ministro dell'Economia Giovani Tria, degli Esteri Enzo Moavero e della Difesa Elisabetta Trenta. La moral suasion del Colle ha lavorato con un gioco di squadra, che teneva in considerazione tanto le preoccupazioni internazionali, quanto quelle interne di imprenditori e associazioni di categoria. A dare il via al lavoro di pressione del Quirinale è stato l'incontro tra Mattarella e Mario Draghi, che aveva messo in guardia il Capo dello Stato dalle possibili reazioni delle Borse, aggiunte alla fatica del Tesoro di collocare altro debito con gli interessi sempre più elevati su Bot e Cct. Conte, una volta coinvolto, non si è tirato indietro e, sul mantra "whatever it takes" di Mario Draghi, ha accettato la missione anche in contrasto con le indicazioni dei due vicepremier, con la ferma intenzione di "tentare qualunque cosa pur di evitare la procedura d'infrazione".

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