Matteo Salvini, perché è lui il politico dell'anno: su cosa non può tradire adesso
Mettetela pure come volete, ma Salvini è in Italia l' uomo politico dell' anno. Ha saputo con pazienza e senza rotture laceranti trasformare un partito che sembrava in via di estinzione, in un partito nazionale, ma non nazionalistico, un partito «sovranista» che oggi ormai occupa il centro della vita politica italiana, ottenendo dopo il 4 marzo un consenso popolare superiore a qualsiasi aspettativa. Ma ricapitoliamo le tappe più importanti. Leggi anche: Rimpasto, il retroscena sull'addio di Savona: perché va via da solo Prima vince col centrodestra, portando la Lega ad essere la lista più votata della coalizione col 17,4%, record per il partito fondato da Bossi. Poi, con una mossa abilissima riesce - senza rompere con Berlusconi - a dar vita ad un governo che nessuno poteva immaginare. Con un realismo politico che non si vedeva da anni sottoscrive coi 5Stelle un contratto di governo che contiene, almeno in parte, le misure che erano contenute nel programma elettorale del centrodestra. E si mette subito al lavoro come ministro. Prende di petto la questione migranti e dimostra che è possibile bloccare l' invasione migratoria. In estate vieta alle Ong di attraccare in Italia e rischia l' osso del collo quando impedisce ad una nostra nave costiera, la Diciotti, di far sbarcare i migranti che ha a bordo. Riesce a spuntarla e da allora le navi cariche di africani si vedono solo all' orizzonte. Si becca pure un' incriminazione per sequestro di persona dalla procura di Agrigento e finisce sui giornali di tutto il mondo. Ma anche qui la spunta con una richiesta di archiviazione arrivata dopo pochi mesi. Il popolo non crede più agli attacchi giudiziari ad orologeria, anche perché il leader leghista ha saltato tutti i corpi intermedi della società e si rivolge direttamente alla massa. Passa il suo decreto-legge sulla sicurezza, passa la sua linea sulla legittima difesa. Nella legge di bilancio, con tutti i limiti che vogliamo e con tutte le critiche che pur si possono muovere, riesce a far inserire quota 100 per le pensioni e la flat-tax del 15% per le partite Iva con redditi fino a 65mila euro l' anno. Alza l' asticella del regime fiscale forfettario da 30mila a 65mila euro annui e di conseguenza salva una parte dei lavoratori autonomi dagli strumenti invasivi di accertamento fiscale, «regali» dei governi tecnici e Pd degli ultimi sei anni. Dal punto di vista della comunicazione supera nei social persino Di Maio e il M5S nato nella rete, ma ormai un po' chiuso nei palazzi e in un «blog delle stelle» che non ha più niente a che fare con quel «blog di Beppe Grillo», in realtà di Gianroberto Casaleggio, fucina di tante originalissime idee. Salvini cerca attraverso la rete il contatto diretto con la gente mostrandosi come un uomo del popolo in mezzo al popolo e al servizio del popolo. Paradossalmente esprime quella forma di puro populismo che alle origini era proprio del M5S ed è per questo che forse non si va lontano dal vero se si afferma che persino parte dell' elettorato grillino si sta spostando verso la Lega. Ma Salvini deve stare attento a non esagerare con la mediocrità dei messaggi sui social che rendono certo il leader ancora più popolare ma se ripetuti con insistenza alla fine stancano e producono l' effetto contrario. Twittare ogni tanto cosa si sta mangiando ci sta, ma si potrebbe aggiungere anche ogni tanto un buon libro, per far capire che nella Lega non si mangia soltanto. Cosa succederà il prossimo anno? C' è l' appuntamento importante delle Europee, ma ci sono anche oltre alle elezioni in circa 4.000 comuni, tra cui Firenze e Bari, elezioni regionali in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Piemonte e Sardegna. Diverse regioni del Sud saranno un test importante per verificare la reale consistenza della Lega. Il «capitano» avrà un ostacolo in più: Di Battista che cercherà di recuperare il terreno perduto lavorando in sintonia con Di Maio. Il M5S diventerà così di nuovo partito di lotta con Di Battista e di governo con Di Maio. Vedremo se entrambi riusciranno nell' impresa di frenare la forte ascesa della Lega nazionale. Lo vedremo alle regionali e in particolare alle prossime elezioni europee. In entrambi i casi i due partiti al governo saranno uno contro l' altro. Per le Regionali si riforma il «vecchio» centrodestra e saranno importanti per verificare i rapporti di forza interni. Per le elezioni Europee tutti corrono da soli e se Salvini vorrà vincerle dovrà presentarsi con un programma autenticamente sovranista che non può limitarsi a dire - come ormai dicono tutti - «bisogna rivedere i trattati». Ma tutto questo riguarda il prossimo anno. Quello che si conclude è per Salvini comunque un anno da incorniciare. di Paolo Becchi e Giuseppe Palma