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Giuseppe Conte, retroscena clamoroso: "Pressioni dall'Unione europea sulla Sea Watch, e lui..."

Giulio Bucchi
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Lo zampino di Giuseppe Conte sulla Sea Watch e l'uscita di Luigi Di Maio? Il premier era uscito allo scoperto, Giuseppe Conte, già con l'intervista al settimanale tedesco Die Zeit, in cui confessava la stima per la cancelliera Angela Merkel e gli ottimi rapporti con il Commissario Ue Jean-Claude Juncker. Conte, insomma, pare passato armi e bagagli nel "lato oscuro della Forza", quella dello Status Quo di Bruxelles. Necessario, forse, per strappare l'ok dell'Ue alla manovra italiana (sia pure con grossi sacrifici), ma inevitabilmente ecco presentato il conto. Leggi anche: La "mediazione" di Conte tra sindaci e Viminale? No, un attacco frontale a Salvini Il Messaggero parla di telefonate a Palazzo Chigi e pressing dei vertici europei per far sì che l'Italia scendesse in campo, anzi in mare per risolvere il caso Sea Watch. La nave della Ong con 49 migranti bloccati da 15 giorni nelle acque di Malta è l'ennesimo, imbarazzante caso di un'Unione che chiude i porti e al tempo non fa nulla per fermare le attività delle Ong nel Mediterraneo. Risultato: centinaia di disperati in condizioni drammatiche bloccati in mare, attendendo che qualcuno accetti uno "strappo alla regola". E Conte, casualmente, avrebbe trovato in Di Maio e nel M5s la parte di governo disposta ad aprire le porte e i porti dell'Italia a "donne e bambini" della Sea Watch, scatenando la rappresaglia di Matteo Salvini che ha parlato di "ricatti". 

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