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Sergio Mattarella, cosa "scorda" il presidente" sul decreto sicurezza. Travaglio: "Lui, come Napolitano..."

Giulio Bucchi
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"Ha poco da lagnarsi, Sergio Mattarella". Nel suo editoriale sul Fatto Quotidiano il direttore Marco Travaglio si scagli ancora con durezza contro il presidente della Repubblica. Il tema è quello, delicatissimo, del Decreto sicurezza e della protesta dei sindaci ribelli Leoluca Orlando a Palermo e Luigi De Magistris a Napoli. Leggi anche: "Mattarella molto irritato". Il retroscena dal Colle: incastrano Salvini? "Un classico scontro tra due finzioni", assicura Travaglio: da una parte il decreto di Matteo Salvini contiene alcune misure "semplicemente dannose e criminogene" che rischiano di trasformare "migliaia di regolari in clandestini". Dall'altra, perché i sindaci ribelli con la loro "disobbedienza civile" violano la legge: "Se Orlando non vuole applicare una norma perché ripugna alla sua coscienza, deve dimettersi e poi attivarsi, da privato cittadino, per ottenerne la modifica o la cancellazione". Diversamente, l'Italia si trasformerebbe in una "accozzaglia di repubblichette separate". E Mattarella? Sia l'una sia l'altra parte si fanno scudo con il Quirinale, che sarebbe irritato soprattutto con il vicepremier leghista. Secondo Travaglio però il Capo dello Stato scorda come lo stesso decreto sia stato ammorbidito rispetto alla bozza originale "raccogliendo proprio i suggerimenti informali del Colle (la moral suasion, non prevista dalla Costituzione, ma purtroppo prassi costante dai tempi di Napolitano)". Conseguenza letale: "Se il capo dello Stato si attenesse alla lettera della Carta, attenderebbe i provvedimenti del governo e, una volta approvati, li firmerebbe o li respingerebbe. Se invece interviene in corso d'opera con amorevoli consigli, diventa il coautore della legge che poi deve valutare. E alla fine non può che firmarla, visto che è anche sua". E ora è l'idolo di tutti, con scorno dell'Italia.

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