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Mara Carfagna porta in tribunale Nunzia de Girolamo: la frase in tv per cui le chiede 100mila euro

Gino Coala
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Un tempo Mara Carfagna e Nunzia De Girolamo erano vere amiche, oggi le due amazzoni di Forza Italia (Nunzia ormai ex azzurra) sono arrivate ai ferri corti, al punto che la vicepresidente della Camera ha citato in tribunale l'ex ministro con tanto di richiesta di risarcimento da 100 mila euro per "asserita diffamazione". Il rapporto tra le due è definitivamente saltato dopo un'intervista della De Girolamo a Myrta Merlino su La7, con la quale si è tolta qualche macigno dalla scarpa dopo i fattacci sulle candidature in Campania poco prima delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo. Leggi anche: De Girolamo, lo sfogo da Giletti: "Chi mi ha pugnalato alle spalle" Proprio nei giorni in cui stanno per chiudersi le liste per Camera e Senato, nei corridoi di Forza Italia cresce la tensione sulle posizioni stabilite nelle liste: sondaggi alla mano, ricorda Panorama, solo chi è nelle prime posizioni può sperare di essere eletto. La De Girolamo era sicura del suo posto come capolista ad Avellino, così come rassicuratole anche dal responsabile dell'organizzazione, Gregorio Fontana: "Lo chiamo e lui risponde che è tutto a posto - dice la De Girolamo alla Merlino - mi dice di stare tranquilla, che stanno lavorando". Nella notte però succede l'imprevedibile e al mattino il nome dell'ex ministro non è più in cima alla lista avellinese. La De Girolamo viene a sapere del trappolone solo per caso dallo stesso Fontana. Si precipita alla sede del partito in piazza di San Lorenzo in Lucina e chiede spiegazioni. Alla Merlino poi racconta: "Quella notte, ho i coordinatori regionali testimoni, a prendere le liste c'erano De Siano (coordinatore campano di Forza Italia), Luigi Cesaro, Paolo Russo e, mi spiace dirlo, Mara Carfagna". La De Girolamo sospetta un complotto alle sue spalle architettato dai potentati campani, a cominciare da Luigi Cesaro detto 'a Purpetta, alleato della Carfagna: "Non posso accettare che esiste il metodo delle donne che odiano le donne, mi aspetto da Mara che prenda le distanze da questa classe dirigente, perché lei è una donna diversa e non può essere coinvolta e confusa con chi ha fatto questo perché quella notte c'era lei". Leggi anche: De Girolamo, il sospetto del boicottaggio pure a Bologna: i messaggi intercettati L'appello di solidarietà però cade nel vuoto. Anzi si trasforma in citazione per danni da parte della Carfagna, recapitato all'ormai ex amica lo scorso ottobre dal Tribunale di Roma: "Oltre il danno la beffa" aveva commentato. Mezzo partito del Cav si ritroverà in tribunale, visto che sono chiamati a testimoniare dirigenti del calibro di Niccolò Ghedini, Licia Ronzulli, Renato Brunetta, Paolo Romani, Gianni Letta, fino allo stesso Silvio Berlusconi. Proprio lui però sarebbe particolarmente irritato per questa lite degenerata in tribunale, per non parlare del fango su giornali e tv.

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