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Carfagna contro De Girolamo, da "Gomorra" al tribunale: occhio, perché in aula...

Davide Locano
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Guerra totale tra Mara Carfagna e Nunzia De Girolamo, con la prima che trascina in tribunale la seconda e chiede un risarcimento di 100mila euro per diffamazione. Una brutta storia legata alla candidatura alle ultime elezioni politiche, in cui la De Girolamo rimase fuori dal Parlamento. E così, le due ex amiche di Forza Italia, ora, si incontreranno davanti al giudice. La ragione sta in una intervista che l'ex deputata rilasciò a Repubblica subito dopo la chiusura delle liste, che la vedevano “paracadutata” in Emilia Romagna e non candidata nel Beneventano, come aveva pensato. De Girolamo parlò di “metodi da Gomorra” utilizzati contro di lei nella composizione delle liste dai “dirigenti campani di Forza Italia” e, tra questi, citava la vicepresidente della Camera. “Irricevibile, con la camorra non si scherza; risponderà in Tribunale di queste affermazioni”, disse Carfagna. Le liste, oltretutto, erano state vistate da Antonio Tajani e da Silvio Berlusconi. Detto fatto. Intervistata da gay.it, alla De Girolamo viene chiesto conto di questa vicenda. Con la Carfagna com'è finita? "In tribunale - conferma la De Girolamo -. Mi ha chiesto un risarcimento danni di circa 100mila euro per diffamazione. Mi dovrò difendere e citerò in giudizio, come testimoni, i vertici di Forza Italia. Il partito dei garantisti", aggiunge non senza malizia la De Girolamo. Quando le chiedono cosa avrebbe detto di così offensivo, risponde: "Che da donna che difende le altre donne mi sarei aspettata una presa di distanza visto che in quella notte". Dunque, la De Girolamo parla anche di Berlusconi. Le chiedono se, dopo essere rimasta fuori dal Parlamento, lo ha più sentito: "Un paio di volte, al telefono. Mi disse che era dispiaciuto di come fossero andate le cose e che non era colpa sua", conclude. Leggi anche: "Ma quale ministro della paura": la De Girolamo sta con Salvini

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