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Il ritorno del Cav divide Forza Italia

Europee

AdnKronos
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Roma, 18 gen. (AdnKronos) - Se Niccolò Ghedini è stato subito tra i principali sostenitori della candidatura alle europee, Gianni Letta si sarebbe convinto solo alla fine. La nuova discesa in campo di Silvio Berlusconi, annunciata durante il tour elettorale in Sardegna per le suppletive alla Camera di domenica, sarebbe stata accolta in modo diverso dai vari big di Fi. Soddisfatto è il numero due del partito, Antonio Tajani, che sin dal primo momento ha fatto il tifo per un ritorno nell'agone. In famiglia, raccontano, sarebbe rimasta solo qualche preoccupazione per lo stato di salute del Cav. I figli, Marina in primis, avrebbero infatti provato a fargli capire che sarebbe stato meglio non strapazzarsi troppo e si sarebbero raccomandati sulla necessità di evitare tour de force. Qualche perplessità sarebbe stata espressa da Fedele Confalonieri, il più governativo dell'inner circle di Arcore. Adriano Galliani, altro collaboratore storico e attuale senatore di Fi, nonché coordinatore nazionale dei Dipartimenti, non nasconde il suo entusiasmo: "Un Berlusconi in Europa - dice all'Adnkronos - dà autorevolezza all'Italia, è chiaro che porta voti, ma Silvio lo fa solo per spirito di servizio". Non ha dubbi l'economista Antonio Martino, tessera numero due di Fi: "Berlusconi crede davvero che possa esser ancora utile per salvare l'Italia". Lo chef storico di casa Berlusconi Michele Persechini dice tutto con una battuta: "Meno male che c'è ancora gente così, altro che andare in pensione...". Mariano Apicella, il 'menestrello' napoletano che ha duettato varie volte con il Cav, lo considera un "guerriero, un vero uomo di ferro" e gli dedica un classico della canzone partenopea: "Torna, sta casa 'spetta a te...". Berlusconi, insomma, is back, torna rimetterci la faccia, e i sondaggisti si scatenano: il suo volto vale dai 2 ai 5 punti percentuali. Il partito, però, si divide. Chi è contrario non lo dice, ma c'è chi teme che la "faccia di Berlusconi non tira più come una volta e si rischia". Giovanni Toti è l'unico ad uscire allo scoperto ribadendo: "Il mio umile consiglio era di non candidarsi", meglio per il Cav un ruolo di king maker.

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