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Decadenza Berlusconi, 22 colombe firmano appello a Grasso: "No al voto palese". Ma il Pdl si spacca

"Il parere della giunta non è vincolante, Grasso imponga il voto segreto". Ma nella mossa degli alfaniani i falchi vedono una prova di forza. "Si comportano da gruppo autonomo"

Roberto Procaccini
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Un appello che va incontro a Silvio Berlusconi, ma che spacca il Pdl. Un drappello di ventidue colombe al Senato (senza il vicepremier Angelino Alfano, ma con l'appoggio del ministro Gaetano Quagliariello) ha presentato un documento al presidente della Camera Alta Piero Grasso affinché ignori il parere della giunta per il regolamento e imponga comunque il voto segreto in occasione del voto di decadenza del Cavaliere. Tra i sottoscrittori dell'appello (autodefinitisi gli "innovatori") spiccano colombe di primissimo piano: manca Gaetano Quagliariello (solo per il suo ruolo nell'esecutivo), ma ci sono Roberto Formigoni, Carlo Giovanardi, Maurizio Sacconi, Luigi Compagna e Andrea Augello (componente Pdl e primo relatore nella stessa giunta). "Il parere della giunta per il regolamento del Senato sul voto palese - si legge in una nota diramata dagli innovatori -, oltreché tecnicamente infondato, contravviene alle regole della correttezza istituzionale. Non vi può essere infatti alcun dubbio - continua - sul fatto che il tipo di votazione in esame riguardi una persona e che dunque debba avvenire a scrutinio segreto". Il succo dell'appello a Grasso è: il parere della giunta non è vincolante, il presidente del Senato faccia valere le sue prerogative per garantire il voto segreto. Falchi di cattivo umore - Tutto ok? Niente affatto. Perché la mossa degli "innovatori" è stata interpretata come una prova di forza da parte dei falchi. Insomma, un tentativo per sembrare agli occhi degli elettori e dello stesso Berlusconi, dopo lunghe settimane in cui sono stati dipinti come traditori, più lealisti degli stessi lealisti. "E' un modo di solidarizzare dividendo ridicolo", commenta Maurizio Gasparri. "Ma è solidale con Berlusconi nel gruppo al Senato del Pdl solo chi fa parte dell'elenco dei 22 più aderenti postumi - chiede l'ex ministro berlusconiano - o siamo, come credo, solidali tutti? Che giochetti antiquati. Berlusconi si sostiene in primo luogo tenendo uniti partito e gruppi parlamentari". Ancora più diretta è Manuela Repetti: "Si comportano come un gruppo autonomo - dice -. Mi sembra un comportamento del tutto anomalo da parte di chi appartiene a un partito che in Senato conta ben 91 rappresentanti con un suo capogruppo".

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