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Giulia Bongiorno contro i magistrati di Bologna: "Delitto d'onore? Ecco cosa proprio non torna"

Cristina Agostini
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"Premesso che rispetto le sentenze", dice Giulia Bongiorno prima di sferrare un attacco a certi magistrati, "e che quindi non intendo criticare i giudici di Bologna, perché so bene che si sono mossi nell'ambito della legge, devo però dire che non condivido il principio grazie al quale è stata ridotta la pena a un uomo che ha ucciso la sua compagna. Leggo che è stato valorizzato come attenuante il suo stato d'animo, determinato dalla gelosia". Ecco, spiega in una intervista a La Stampa il ministro per la Pubblica amministrazione, "tanto poco lo condivido, quel principio, che qualche anno fa presentai un disegno di legge che muove da una concezione opposta: e cioè che chi uccide in relazione ad un'offesa all'onore va punito più severamente, perché spinto da una concezione della donna come essere inferiore". Leggi anche: Travaglio, l'attacco ai giudici "spocchiosi e ipocriti" E ancora, attacca la Bongiorno: "Ho letto solo pochi brandelli di quella sentenza e mi riservo di approfondire ma da quel che ho visto ci sono delle considerazioni che mi fanno tornare con la mente al passato remoto. Il delitto d'onore è stato abolito nel 1981 e prevedeva un'attenuante per l'uomo tradito, che sarebbe rimasto sconvolto dal disonore causato da un tradimento coniugale. Spiegavo spesso nelle lezioni ai miei collaboratori: con il delitto d'onore, che riduceva la pena da 3 a 7 anni, la vita della donna valeva quanto quella di un motorino, perché chi dà fuoco ad un motorino aveva la stessa sanzione".  Infine, conclude: "Rientra nella discrezionalità del giudice valutare le circostanze, la spinta a commettere un reato, e così anche lo stato d'animo entra nel processo. Perciò so bene che il giudice si è mosso nell'ambito della legge, ma resta che non condivido il principio di questa sentenza che reputa un'attenuante la gelosia". E annuncia: "La Lega sta spingendo per una legge che impedisca il rito abbreviato per reati puniti con l'ergastolo".

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