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Caio Mussolini a Libero: "'C'è chi gioca a fare il Capitano, io sono Comandante. Alla Boldrini dico una cosa"

Giulio Bucchi
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Caio Giulio Cesare Mussolini, 51 anni, ufficiale di marina e poi manager. Quanto è stato difficile crescere con questo cognome così impegnativo? «Indubbiamente "Mussolini" non è un cognome facile da portare, ma ho sempre cercato di andare avanti indipendentemente da quello che c' è scritto sulla mia carta d' identità. Non mi vergognerò mai della mia famiglia, ma ho sempre cercato di affermare il mio nome e di fare la differenza a prescindere dal cognome». Leggi anche: "Ecco a voi Caio Mussolini, militare e patriota". Giorgia Meloni candida l'erede del Duce Lei è nato nel 1968 e fa di cognome Mussolini. Si definirebbe un fascista?  «Il fascismo è morto con Benito Mussolini. Non a caso, lo storico Renzo De Felice sosteneva fosse più corretto parlare di mussolinismo che di fascismo. Anagraficamente sono lontano da quel periodo storico. Oltretutto sono nato in un anno, il '68, che evoca tutto tranne che la nostalgia del Ventennio. Battute a parte, a me interessa fare politica, il fascismo è materia di studio per gli storici». Recentemente Tajani, presidente del Parlamento europeo, ha ammesso che non tutto il Ventennio andrebbe archiviato come una fase buia della storia d' Italia. Concorda?  «Se lo dice lui... Credo a ogni modo che sia un pensiero condiviso dalla stragrande maggioranza degli italiani. E poi potrei portare a sostegno di questa tesi anche i compagni Togliatti e Pertini...». Ha un bel lavoro a Dubai: come le è venuto in mente di candidarsi alle Europee, al Sud?  «Ho servito per tutta la vita il mio Paese, sono stato Comandante in Marina militare e poi un manager di Finmeccanica. C' è chi gioca a fare il capitano, io sono veramente un Comandante. Il Comandante Mussolini. Oggi voglio continuare a servire il mio Paese difendendo gli interessi nazionali dell' Italia in Europa. Il Sud è la questione nazionale. Infatti, se il Sud resta fermo, l' Italia non crescerà e conterà sempre di meno in Europa e nel mondo». Sarà candidato per Fratelli d' Italia. Ma in questo momento non era meglio la Lega?  «Amo l' Italia da quando sono nato, non da pochi anni. L' amore per l' Italia non è una scoperta recente, insomma. E nemmeno interessata. Ho servito nella Marina militare per buona parte della mia vita e ho giurato fedeltà al mio Paese. Fratelli d' Italia è un partito autenticamente patriottico ed è quello più vicino alla mia sensibilità culturale. Giorgia mi piace per la sua grinta e per la sua coerenza. È l' unica leader donna e anche questo è un bel segnale al Paese. Il suo partito mi ha accolto benissimo, come se fossi un vecchio militante. Li ringrazio tutti, in particolare i più giovani». Un Mussolini candidato in un momento in cui tanti parlano di ritorno del fascismo: cosa ha da dire a chi vede il pericolo di un nuovo Ventennio?  «Che vedono nemici immaginari. Il fascismo arrivava dopo una guerra, dopo la frustrazione della vittoria mutilata e la minaccia del biennio rosso. Nulla di ripetibile, così come non è ripetibile il fascismo. Vedo, semmai, altri pericoli: il pensiero unico, il mondialismo, la dittatura del politicamente corretto, l' immigrazione incontrollata, pochi grandi gruppi finanziari che controllano tutto, l' integralismo islamico. Ecco, magari invece di inseguire chimere astratte, sarebbe meglio guardare in faccia la realtà». Dirà a tutti di scrivere Mussolini: alla Boldrini verrà un colpo. Magari abbatterà i suoi 6x3.  «È un problema tutto suo. Io dico solo che non puoi cancellare un pezzo importante della storia d' Italia. Sarebbe meglio concentrarci sulle periferie-spazzatura costruite dagli antifascisti nel dopoguerra, che - lo disse un grande urbanista napoletano come Aldo Loris Rossi, socialista - andrebbero demolite tutte. Quelle sì. Hanno abbattuto e abbatteranno le Vele di Scampia, costruite negli anni '60 e '70. Difficilmente abbatteranno mai il Palazzo del Poste in centro a Napoli o il lungomare di Bari». di Salvatore Dama

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