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Matteo Salvini, la campagna anti-Lega: un massacro. Il dossier sconvolgente del Viminale, brutto segnale

Cristina Agostini
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Proiettili, incendi, aggressioni. Ogni giorno in Italia c'è qualche delinquente che colpisce o minaccia la Lega. Non lo diciamo noi di Libero, ma lo certificano le statistiche fornite dal Viminale. È un vero e proprio bollettino di guerra. L' odio dei contestatori di sinistra nei confronti di Salvini e degli ex padani, com' era prevedibile, è aumentato da quando il capo leghista è diventato ministro dell' Interno. Dall' inizio dell' anno il segretario del Carroccio è stato vittima di 60 episodi classificati dalle forze dell' ordine come «intimidatori» e 66 considerati meno pericolosi ma comunque degni d' attenzione. I compagni dei centri sociali, i gruppi che si definiscono antifascisti e transfemministi, quelli che si rifanno al defunto partito comunista, le associazioni "lgbt" (lesbiche, gay, bisessuali, transgender) e i rappresentanti di un' altra ammucchiata di sigle provano un gran gusto a bruciare in piazza l' effigie di Salvini. Altre volte i democratici contestatori impiccano manichini col volto del vicepremier, gli augurano le peggiori disgrazie personali e familiari, lo invitano a suicidarsi, imbrattano i muri dei palazzi con l' immagine del leader della Lega accompagnata da scritte che lo associano a Hilter. Riportiamo solo qualche episodio dal momento che l' elenco è infinito. Leggi anche: Matteo Salvini, l'ultimatum al premier Conte e a Di Maio sul caso Siri. E' un massacro Elenco infinito - Il 24 gennaio a Milano è comparso lo striscione "Non sparare a salve, spara a Salvini", firmato dagli anarchici. Sull' argine dell' Arno, a Pisa, il 4 marzo qualche cretino ha scritto con lo spray "Salvini terrorista", tre giorni dopo a Roma altri facinorosi hanno scritto "Salvini ti uccido". Il 25 aprile, giusto per festeggiare la Liberazione, tra la caterva di minacce e insulti che da Nord a Sud hanno investito il titolare del Viminale, si è distinto lo striscione "Salvini muori" esposto a Modena durante un corteo di antagonisti. Sempre dall' inizio dell' anno sono stati 70 gli episodi contro altri esponenti del Carroccio, tra cui parlamentari e ministri. Guardiamo anche i dati dell' anno scorso. Dal primo giugno alla fine del 2018 le forze dell' ordine hanno registrato 138 atti intimidatori nei confronti di esponenti della Lega: la media è di uno ogni 32 ore. Ventotto si sono verificati in Lombardia, regione dove gli anarchici e i perdigiorno dei centri sociali sono da sempre particolarmente attivi. Seguono, rispettivamente con 17 e 16 episodi delinquenziali, l' Emilia Romagna e il Trentino Alto Adige. Gli attacchi alle sedi del partito sono stati 38 e all' elenco, solo per citare i fatti accaduti nell' ultima settimana, vanno aggiunti il lancio della bomba molotov contro il circolo leghista del rione romano di Prati, l' imbrattamento del comitato elettorale del candidato a sindaco salviniano di Bergamo Giacomo Stucchi e l' incendio della sede leghista di Casoria, nel Napoletano. Nel secondo semestre sono stati 100 gli attacchi diretti a Salvini, nella stragrande maggioranza dei casi si è trattato di minacce di morte. In due occasioni gli sono state recapitate buste contenenti proiettili. In altre 6 è stato oggetto di lettere o volantini minacciosi, in 10 casi, sul web, l' odio dei contestatori ha superato il livello di guardia tanto da rendere necessario l' intervento della polizia postale e della Digos. Settantatré le scritte infami sui muri. Libertà a parole - I gentiluomini della sinistra agiscono così. A parole sono i paladini delle libertà, si atteggiano a campioni del buonismo, predicano pace e amore, fanno i girotondi solidali e marce in difesa delle vittime dei fascisti che per loro sono i sostenitori di Salvini. Poi però l' unico mezzo che conoscono per contestare la Lega è la violenza, sia verbale che fisica, ed è un miracolo che in questa escalation d' odio non ci sia scappato il morto. I politici di sinistra però non parlano o se parlano straparlano. Anziché prendere le distanze dai facinorosi, si affannano a dipingere la Lega come il male assoluto, accusano i suoi esponenti di fascismo e sessismo, capita addirittura che giustifichino le violenze: l' ultima è avvenuta l' altra notte a Padova quando una decina di teste calde si sono accanite contro un militante leghista e un altro di Casapound. È la balorda strategia dei compagni in vista delle elezioni europee del 26 maggio, quando però verosimilmente prenderanno l' ennesima batosta. Nel frattempo continueranno a minacciare e ad aggredire. Chi siano i veri squadristi lo dicono dunque la cronache. di Alessandro Gonzato

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