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Matteo Salvini, il politologo D'Alimonte svela la strategia leghista sul voto: "Cosa vuol fare senza il Cav"

Gino Coala
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Sul voto anticipato, magari per uno strappo di Matteo Salvini subito dopo le elezioni Europee, il prof. Roberto D'Alimonte non se la sente di puntare neanche un centesimo. Il direttore del Centro di studi elettorali della Luiss-Guido Carli traccia quello che sarà il destino ineluttabile del centrodestra, che presto potrebbe avere una maggioranza stabile da offrire al capo dello Stato per la formazione di un nuovo governo. Ma il politologo su Italia oggi fissa delle condizioni indispensabili perché quello scenario si materializzino, a cominciare dalla valutazione del peso politico di Silvio Berlusconi e quindi della sua Forza Italia, che per ora resta un "tappo di bottiglia" sulle ambizioni del leghista, ma destinato a saltare prima o poi. Leggi anche: Sondaggio Masia per Agorà, cresce ancora la Lega di Salvini: quanto perde Di Maio L'obiettivo del vicepremier leghista per le prossime elezioni Europee è di pesare il suo partito in una condizione irripetibile, cioè senza gli alleati di centrodestra. In particolare al Sud, dove in molte zone il Carroccio neanche esisteva e invece Forza Italia aveva un dominio quasi incontrastato. Già oggi, prosegue D'Alimonte, i tre partiti di centrodestra rappresentano "un'alternativa di governo. Ma è chiaro che Salvini andrà al voto anticipato solo per vincere senza Berlusconi". Al ministro dell'Interno non basterà quindi registrare un ottimo risultato il 26 maggio, per esempio vicino al 37% come riporta il sondaggio di Ipsos. Per la riuscita del piano leghista, serve anche che nasca una scelta valita nell'area moderata, alternativa a Forza Italia: "Magari riorganizzata intorno alla figura del governatore ligure Giovanni Toti, Salvini resisterà alla tentazione del voto anticipato".

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